"Espulsi 10 ambasciatori". Si scatena l'ira di Erdogan

Il presidente turco ha ordinato al ministro degli Esteri di espellere i dieci rappresentanti stranieri che avevano firmato un appello per Osman Kavala, detenuto da più di 1400 in carcere. Tra questi anche l'ambasciatore statunitense e francese

"Espulsi 10 ambasciatori". Si scatena l'ira di Erdogan

Recep Tayyip Erdogan annuncia di aver chiesto al ministero degli Esteri l'espulsione dalla Turchia di dieci ambasciatori. Ad annunciarlo è il Daily Sabah, media considerato vicino alla presidenza. I rappresentanti di questi Paesi - tra i quali spiccano Francia, Germania e Stati Uniti - sono accusati dal governo turco di essersi mobilitati in favore di Osman Kavala. L'uomo, fondatore dell'organizzazione Anadolu Kultur, è stato rinviato a giudizio e pende sulla testa la richiesta dell'ergastolo con l'accusa di aver organizzato i disordini del 2013 al parco Gezi.

Gli ambasciatori di Stati Uniti, Francia, Germania, Olanda, Canada, Finlandia, Svezia, Norvegia, Danimarca e Nuova Zelanda avevano firmato un appello per la sua liberazione, in particolare facendo leva su una sentenza della Corte europei dei diritti dell'uomo che ha dichiarato la detenzione di Kavala come illegittima. Già nei giorni scorsi il governo di Ankara aveva detto di essere rimasta sorpresa e profondamente colpita da questa decisione. L'uomo, agli arresti dal 2017 e detenuti nella prigione di Silivri, è accusato di avere organizzato gli scontri di Gezi nel 2013 ma di avere soprattutto legami con George Soros e con il predicatore Fetullah Gulen. Quest'ultimo, predicatore di base negli Stati Uniti, è ritenuto la mente dietro il fallito golpe contro Erdogan da cui è scaturita l'ondata di arresti che ha riempito le carceri turche di dissidenti e oppositori di qualsiasi parte dello Stato.

Osman Kavala, da tempo ritenuto un simbolo dell'opposizione a Erdogan e un interlocutore anche da parte di molti Paesi europei, aveva di recente affermato di non voler prendere parte alle udienze del processo a suo carico ritenendolo inutile. "Non credo più alla possibilità di un giusto processo e per questo non parteciperò alle udienze" ha scritto dal carcere. E alla minaccia del presidente turco di espellere gli ambasciatori che avevano sostenuto l'appello per la sua liberazione, l'uomo, detenuto da più di 1400 giorni, aveva risposto definendolo "il peggiore degli sviluppi possibili".

Già nei giorni scorsi il presidente turco aveva rilasciato delle dichiarazioni, riportate dall'agenzia Anadolu, che lasciavano intendere che la questione dell'appello per Kavala non si sarebbe chiusa con le proteste del governo. "Ho detto al nostro ministro degli Esteri che non possiamo permetterci il lusso di ospitare questi (ambasciatori ndr)". "Le minacce si sono concretizzate oggi con questa decisione del governo.

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