Germania, fondato il primo partito di sinistra "anti-immigrati"

I vertici di AfD, formazione di estrema destra, hanno salutato con entusiasmo il nuovo movimento di sinistra, auspicando “alleanze di Governo” tra i due soggetti politici sia a livello locale sia al Bundestag

Germania, fondato il primo partito di sinistra "anti-immigrati"

Per la prima volta nella storia tedesca, un movimento di sinistra “anti-immigrati” fa la sua comparsa sulla scena politica nazionale. Ex esponenti del partito post-comunista Die Linke hanno infatti dato vita a un movimento incentrato su politiche finora propugnate esclusivamente da Alternative für Deutschland (AfD), formazione della destra “populista”: contrasto all’immigrazione, difesa dei confini, revoca delle sanzioni alla Russia.

Il nuovo partito si chiama Aufstehen (In piedi!) e il suo obiettivo è fare tornare nel perimetro della sinistra i milioni di elettori che hanno abbandonato negli ultimi anni il fronte socialista, attratti dalla propaganda della destra. Al fine di sottrarre voti ad AfD, Aufstehen, pur professandosi partito “autenticamente di sinistra”, utilizza la stessa retorica anti-immigrati cara agli esponenti “sovranisti”. Nel settembre del 2017, alle ultime elezioni federali, proprio i “populisti” di AfD, critici della politica di accoglienza varata dalla Cancelliera Merkel, sono riusciti a privare la Spd, Die Linke e I Verdi di più di due milioni di voti.

Sahra Wagenknecht, ex militante di Die Linke, nel presentare alla stampa il nuovo soggetto politico, ha affermato: “Noi, popolo di Aufstehen, siamo contrari all’apertura dei confini nazionali decisa ultimamente da Angela Merkel. L’afflusso incontrollato di migranti è destinato a fare crollare il livello generale dei salari e a penalizzare, di conseguenza, i lavoratori tedeschi. Le industrie, potendo beneficiare della manodopera a basso costo rappresentata dai profughi, hanno sempre meno incentivi ad assumere cittadini tedeschi. Contrastare l’immigrazione significa salvaguardare l’avvenire del nostro popolo, oggi esposto a una drammatica crisi occupazionale.”

Il neonato movimento sembra condividere le istanze di AfD anche sul piano della politica estera. Riguardo alle relazioni tra Germania e Russia, la Wagenknecht ha annunciato: “Una volta al Governo, metteremo fine alle sanzioni imposte dall’Unione europea alla Russia, le quali non hanno fatto nient’altro che danneggiare l’economia tedesca e la sicurezza internazionale. La Russia è un alleato strategico dell’Occidente nella lotta al terrorismo e nella ricerca di soluzioni alle principali crisi globali.” La donna ha quindi etichettato come "vergognose" le tesi britanniche circa il coinvolgimento di Mosca nell'avvelenamento di Sergej Skipal'.

Altre priorità di Aufstehen coincidono con i temi tradizionalmente propagandati dall’estrema sinistra: uscita dall’Ue, recesso dall’Alleanza atlantica, maggiore intervento statale nell’economia. La Wagenknecht, moglie di Oskar Lafontaine, Ministro delle Finanze ai tempi del Governo Schröder nonché uno dei fondatori di Die Linke, ha ripetutamente accusato la leadership Spd di avere “tradito” i ceti più deboli e di avere patrocinato lo “smantellamento dello Stato sociale”.

I vertici dell’estrema destra hanno espresso giudizi estremamente positivi sulla piattaforma programmatica delineata dalla Wagenknecht. Alexander Gauland, esponente di punta di AfD, ha evidenziato i “numerosi obiettivi in comune” tra il proprio partito e Aufstehen e ha subito proposto alla dirigenza del nuovo soggetto politico una “alleanza di Governo”.

Gauland ha infatti auspicato, in occasione delle prossime elezioni locali e federali, “accordi di programma” tra le due realtà anti- establishment, miranti a “ripristinare i diritti dei lavoratori tedeschi e la sovranità nazionale”.

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