Guerra all'Isis, si muove lo scacchiere: gli USA chiedono aerei di sorveglianza alla NATO

Fino ad oggi, sotto egida NATO, i paesi dell’Alleanza hanno svolto missioni di addestramento. La classifica dei quindici bilanci dei paesi che hanno maggiormente investito nella Difesa nel 2014: l’Italia nel 2014 ha investito nella spesa militare poco più di Israele

Guerra all'Isis, si muove lo scacchiere: gli USA chiedono aerei di sorveglianza alla NATO

Gli Stati Uniti hanno ufficialmente chiesto alla NATO di fornire aerei di sorveglianza per la campagna contro lo Stato islamico in Siria ed Iraq.

Se venisse approvato dagli Stati membri, il dispiegamento degli AWACS della NATO segnerebbe il primo coinvolgimento diretto dell'Alleanza nella campagna a guida USA contro lo Stato islamico. Fino ad oggi, sotto egida NATO i paesi dell’Alleanza hanno svolto missioni di addestramento.

Abbiamo una richiesta ufficiale da parte degli Stati Uniti per fornire supporto agli sforzi della coalizione – conferma da Bruxelles il segretario generale della NATO Jens Stoltenberg – stiamo esaminando la richiesta. Attualmente, l’Alleanza ha schierato un Sistema di Allarme e Controllo Aviotrasportato della NATO nella Forward Operating Base della Turchia per monitorare lo spazio aereo di Ankara a ridosso dei confini con la Siria. Il Boeing E-3 Sentry è stato trasferito da Geilenkirchen nella provincia centrale dell'Anatolia, la Konya Air Base.

La prospettiva del coinvolgimento della NATO nella campagna aerea contro i militanti dello Stato islamico – ha aggiunto Stoltenberg - è uno dei tanti problemi che dovrà affrontare l'Alleanza. Dalla sede della NATO, Stoltenberg ha nuovamente invitato i paesi membri ad investire nella difesa per rispondere alle molteplici sfide presenti e future.

Sedici paesi dell’Alleanza (nell’anno appena trascorso) hanno aumentato la spesa: l’obiettivo fissato dalla NATO è che ogni membro debba investire almeno il due per cento del prodotto interno lordo in misure di difesa. Nel complesso – ha concluso Stoltenberg – quel trend dei tagli alla spesa militare che ha raggiunto l’apice nel 2014 si è arrestato ed è un primo segnale positivo.

La storia, come si sa, non è gentile con le nazioni che trascurano la propria difesa. Proprio la NATO fonda la sua autorità sulla presenza degli Stati Uniti. Valutare la stessa Organizzazione senza il supporto americano, sarebbe impossibile perché, ad oggi, ci si chiede quale sia la reale capacità militare dei paesi membri. In realtà, il contributo europeo nella NATO non è mai stato pensato come militare, bensì come un supporto logistico per la presenza in Europa degli Stati Uniti. Ogni paese membro della NATO avrebbe dovuto investire il 2 per cento del PIL per la difesa, un obiettivo che fino al 2013, è stato raggiunto soltanto da quattro delle 28 nazioni europee alleate, anche se Francia e Turchia hanno ormai raggiunto l’obiettivo. Gli Stati Uniti investono in media il 4,4 per cento del proprio PIL. Le nazioni europee mediamente l’1,6 per cento. E’ anche vero che la soglia del 2 per cento è chiaramente ipotetica.

Il problema è che Stati Uniti, Regno Unito e Francia hanno incoraggiato le nazioni europee a costruire forze orientate verso missioni di proiezione come in Afghanistan, con l'invio di truppe lontane dai confini nazionali. Convogliando i fondi in questa direzione, la spesa militare interna è diventata negli anni opzionale.

La Germania è forse il miglior esempio di quanto stia avvenendo. La nazione più popolosa d'Europa, con la sua forte economia, ha speso una miseria nella difesa. Basti pensare che un recente studio interno ha concluso che “l'esercito tedesco è teoricamente pronto". Neppure le forze armate del Regno Unito, navigano in buone acque. La Polonia, alleato della NATO, è stata l'unica nazione europea con un forte programma di spese militari. I polacchi ricordano ancora l'orrore dell'aggressione russa in Georgia nel 2008. Ad oggi la Polonia, sede dei futuri missili intercettori dello scudo, dispone di uno degli eserciti più moderni d'Europa con una forza corazzata impressionante (circa 400 carri armati operativi e 250 in riserva). Solo per fare un esempio. A partire dal 2018, i polacchi produrranno in serie il carro armato stealth ‘Pl-01’, interamente realizzato in casa. Ben altra storia, rispetto alle cariche della cavalleria polacca che nella seconda guerra mondiale si scontrò con i panzer tedeschi.

La classifica dei quindici bilanci dei paesi che hanno maggiormente investito nella Difesa nel 2014.

L’Italia nel 2014 ha investito nella spesa militare poco più di Israele. Gli Stati Uniti si confermano il paese con la più alta spesa nella Difesa con un budget, per il 2014, di 581 miliardi di dollari. Il secondo paese che, a tutti gli effetti, nel giro dei prossimi cinque anni diventerà la seconda superpotenza al mondo è la Cina con una spesa di 129 miliardi di dollari.

Secondo i giapponesi, il “bilancio cinese manca di trasparenza”. Il terzo paese che ha investito di più nella difesa è l’Arabia Saudita con ottantuno miliardi di dollari. Ottimo acquirente degli Stati Uniti, il paese possiede un equipaggiamento di ultima generazione, quasi interamente acquistato dagli americani. Sono settanta i miliardi di dollari investiti dalla Russia nel 2014. Mosca, entro il 2020 conta di investire quasi 600 miliardi di dollari per rinnovare tutte i rami dell’esercito. La Francia, potenza dotata di sedici sottomarini a propulsione nucleare, ha investito 53 miliardi di dollari. Il Giappone ha investito 48 miliardi di dollari, mentre l’India ha stanziato 44 milioni di dollari. Nella top 15 si trova anche il Brasile con 32 miliardi di dollari nella spesa militare. Segue poi l’Italia con ventiquattro miliardi di dollari. La Corea del Sud, con il nono esercito più potente del mondo, ha stanziato 34 miliardi di dollari.

Israele (otto milioni di abitanti), ha investito 23 miliardi di dollari nella forza armata più potente del Medio Oriente. La capacità di targeting dell’aeronautica israeliana è seconda soltanto a quella degli Stati Uniti. Fanalino di coda, l’Iraq lealista che ha staccato assegni per 19 miliardi di dollari.

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