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I camionisti bloccano il Brasile

Il governo ieri ha imposto una multa salata e oggi non esclude di far intervenire le forze dell'ordine per liberare le principali autostrade e strade del paese

I camionisti bloccano il Brasile

Tempi di crisi in Brasile dove quest’anno il Pil si contrarrà di oltre il 3%, l’inflazione sarà in doppia cifra di poco sopra il 10%, mentre da gennaio sono stati persi oltre un milione di posti di lavoro ed i conti pubblici sono un disastro. La Corte dei Conti verde-oro (TUC l’acronimo) ha infatti reso noto il mese scorso un buco, occultato da artifici contabili nel bilancio 2014, pari a 25 miliardi di euro, oltre a passività nella previdenza da 500 miliardi di euro. Il risultato è che quasi tutti i brasiliani di questi tempi stanno tirando la cinghia, soprattutto i più poveri al minimo dello stipendio, le principali vittime dell’inflazione, che si sono visti aumentare del 30% gas e luce negli ultimi mesi. Come se ciò non bastasse da tre giorni ci si sono messi pure i camionisti a complicare la vita di Dilma Rousseff, arrivata ad un record negativo di gradimento, al di sotto del 10%. Più inflazione che appoggio popolare insomma per la presidente, che nei prossimi giorni sostituirà il ministro dell’Economia Joaquim Levy con Henrique Meirelles, uomo fortemente voluto dall’ex presidente Lula, il “presidente ombra” di questo Brasile in crisi.

Da lunedì 9 novembre molte strade ed autostrade sono state bloccate dai camionisti brasiliani riuniti sotto la neonata sigla CNT, che sta per Comando Nazionale del Trasporto e dopo il mancato rinnovo del contratto di categoria ha organizzato questo sciopero usando i social network. La prima richiesta dei camionisti non è né l’aumento del salario né altri benefit ma, per loro stessa ammissione, che Dilma si dimetta al più presto. In caso di conflitto prolungato il rischio è soprattutto per le carni destinate all'export, sia suine che bovine di grandi stati produttori come il Mato Grosso, il Mato Grosso do Sul ed il Minas Gerais. “Le perdite sarebbero enormi” fanno sapere dal comitato di crisi creato ad hoc dal governo che, per limitare sul nascere la protesta, ha imposto a tempo di record una multa molto salata ai camionisti autori dei blocchi- 1400 euro che salgono a 5000 euro per gli organizzatori dello sciopero- facendo intervenire in alcuni casi la Polizia Militare Stradale, fucili in pugno, per liberare il traffico ed arrestare i leader della protesta (qui un video dei metodi “urbani” usati per reprimere un blocco).

L’incubo inconfessato della Rousseff è che si ripeta quanto accadde nel Cile di Allende, all’inizio degli anni Settanta, quando fu proprio uno sciopero dei camionisti a bloccare le esportazioni di rame, mettendo in ginocchio l’economia cilena e gettando le premesse per il golpe di Pinochet.

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