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Quei retroscena choc sugli esperimenti gender sui bimbi

I medici dimissionari del Servizio sanitario nazionale del Regno Unito svelano i retroscena degli esperimenti gender. Quasi 3000 casi nel 2018

Quei retroscena choc sugli esperimenti gender sui bimbi

Ha fatto davvero scalpore l'inchiesta del Times secondo cui, per alcuni medici, le terapie finalizzate al cambiamento di sesso e al blocco della pubertà nascondono in realtà delle vere e proprie sperimentazioni. Adesso stanno venendo fuori alcuni retroscena sul perché del passo indietro operato dai cinque operatori sanitari del National Health Service. Sullo sfondo, come sempre, c'è quella che viene chiamata "ideologia gender". Un disegno discusso. Alcuni sostengono che non esista alcuna programmazione idealistica. Altri, specie tra i cattolici conservatori, pensano che si voglia arrivare alla negazione definitiva delle differenze di genere, partendo dalla diffusione culturale, e a questo punto medicinale, di certe idee.

Bisogna fare attenzione ai numeri che riguardano questa vicenda. Stando a quanto si apprende sul quotidiano La Verità, infatti, non sono solo cinque i medici dimissionari, ma diciotto sono le persone che, nel tempo, ha abbandonato la Gender Identity Development Service, che opera nel Regno Unito. Le testimonianze fornite lasceranno degli strascichi mediatici. Uno dei medici che ha presentato le proprie dimissioni ha raccontato di come queste cure sperimentali abbiano riguardato minori soggetti precedentemente ad abusi, presentanti problematiche di carattere psicologico e costretti a subire traumi di origine familiare.

Stupisce pure il presunto pressapochismo con cui questi casi verrebbero analizzati. Sul quotidiano diretto da Belpietro, viene specificato come le diagnosi venissero fatte in circa tre ore. Sono sufficienti - ci si può domandare - a diagnosticare la disforia di genere o una patologia affine? Ecco, allora, l'approfondimento sanitario su quanto sta venendo fuori nel corso di queste ore. Pure un luminare ha detto la sua. Il professor Henegan ha parlato, senza troppi giri di parole, di un "esperimento dal vivo sui bambini non regolato". Non sono gli antigender a criticare, con tutti i crismi del caso, il sistema che ruota attorno alle terapie del blocco della pubertà, ma le medesime persone che hanno lavorato in quel settore.

Come un'altra delle dottoresse sentite dal Times, che ha citato pure un episodio all'interno del quale la volontà di un padre, forse abusatore, ha influito sul fatto che venissero somministrati dei farmaci. Ma a chi converrebbe mettere in moto questo meccanismo? Un suggerimento, ancora una volta, può arrivare da una delle regole madri delle inchieste: "seguire i soldi" non è mai un cattivo consiglio.

In relazione a questo genere di interventi medici, si può notare come le percentuali dei pazienti coinvolti, nel corso di questo decennio, siano incrementate a dismisura: nel 2010 i pazienti interessati corrispondevano a non più di 50, ora è posssibile annoverare 2519 casi trattati nel solo arco temporale del 2018.

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