Alcune compagnie aeree europee e tutte le linee aeree americane hanno sospeso i voli sull'aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv. Durante la giornata, un razzo lanciato dai gruppi armati palestinesi di Gaza è atterrato, infatti, molto vicino allo scalo israeliano, provocando un cambio di rotta di un volo della Delta su Parigi. Poco dopo, la compagnia ha annunciato la decisione di sospendere i voli fino a nuovo avviso, seguita da United e American Airlines. In serata è arrivata la direttiva della Federal Aviation Administration, agenzia governativa Usa, con il blocco dei voli per 24 ore. Air France, Air Canada, l'olandese Klm, la tedesca Lufthansa - che include Germanwings, Austrian Airlines, e Swiss Air - Brussels Airlines hanno sospeso i loro voli. Nei giorni scorsi, avevano già cancellato i viaggi Korean Airlines e Norwegian Air Shuttle.L'Alitalia ha cancellato i voli di ieri sera, posticipando quelli di stamane alle 19. Meridiana tutti a tempo indeterminato.È la prima volta in molti anni di conflitti in Israele che accade un fatto simile. Per analisti e osservatori in Israele, il nervosismo delle compagnie è legato all'abbattimento la settimana scorsa del volo della Malaysia Airlines sui cieli dell'Ucraina in guerra. Il ministro dei Trasporti israeliano Yisrael Katz ha cercato di convincere le compagnie aeree straniere a cambiare idea: «Ben Gurion è sicuro per il decollo e l'atterraggio», ha detto. La decisione americana non ha motivazioni politiche, ha dichiarato ieri il Dipartimento di Stato, subito accusato di voler fare pressioni su Israele per un cessate il fuoco con la sospensione dei voli.Di certo, la scelta delle compagnie aeree rappresenta una svolta in un conflitto ormai di tre settimane e dimostra la crescente inquietudine della comunità internazionale, i cui sforzi per arrivare a una tregua si sono concretizzati ieri nell'ennesima lista di dichiarazioni e incontri, mentre le incursioni e i raid israeliani vanno avanti assieme al lancio di razzi palestinesi. Le vittime a Gaza sono oltre 600 - il 75% civili secondo i dati dell'Onu - mentre i soldati israeliani uccisi in combattimento sono saliti a 27. Al Cairo, il segretario di Stato americano John Kerry ha incontrato il presidente Abdel Fatah Al Sisi e ha ribadito che per ora l'unico quadro possibile per una trattativa è l'iniziativa egiziana - una tregua senza condizioni - naufragata la settimana scorsa con il rifiuto del movimento palestinese Hamas, che invece continua a fare precise domande sia a Israele sia all'Egitto: la fine del blocco israeliano sulla Striscia, in vigore dal 2007, la riapertura del valico di Rafah con l'Egitto, chiuso da quando al potere al Cairo ci sono i militari del presidente Sisi, la liberazioni di 56 prigionieri e il pagamento dei salari ai funzionari pubblici di Hamas. Il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon dall'Egitto è volato in Israele e Territori palestinesi. Ha detto di avere «speranza» che nei prossimi giorni gli sforzi diplomatici possano portare a una tregua, anche se dai vertici militari israeliani arrivano altri segnali. Un alto ufficiale dell'esercito intervistato dalla tv locale Channel 2 ha detto che i militati avrebbero bisogno di un'altra settimana per portare a compimento i loro obiettivi nella Striscia.
Il segretario dell'Onu - che ha sostenuto come Kerry la validità dell'iniziativa egiziana - ha incontrato il premier Netanyahu, secondo cui «la gente di Gaza è vittima del brutale regime di Hamas», che è «come Al Qaida e l'Isis». A Ramallah, in Cisgiordania, sede dell'Autorità nazionale palestinese, Abu Mazen dopo aver incontrato Ban Ki-moon ha tenuto una riunione d'emergenza, cancellando una visita in Arabia Saudita.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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