Libia, due ostaggi serbi sono morti sotto le bombe dei raid statunitensi

Sequestrati a novembre, lavoravano per l'ambasciata del loro Paese. Il governo ha confermato il loro decesso

Le macerie dopo lo strike americano ad ovest di Sabrata, in Libia
Le macerie dopo lo strike americano ad ovest di Sabrata, in Libia

Di vittime l'attacco americano in Libia ne ha fatte almeno 49, rimaste sepolte sotto le bombe di un raid che puntava a distruggere un covo di jihadisti del sedicente Stato islamico. Tra quei morti, in Serbia ne sono praticamente certi, ci sarebbero pure due dipendenti dell'ambasciata del Paese balcanico rapiti dai terroristi.

"Sfortunatamente, la conseguenza di questo attacco - quello condotto dagli americani ieri - contro lo Stato islamico è che sono morti" anche Sladjana Stankovic e Jovica Stepic, ha annunciato il ministro serbo per gli Affari esteri, Ivica Dacic. Entrambi lavoravano per l'ambasciata nel Paese nordafricano ed erano stati sequestrati l'8 novembre, mentre erano diretti verso la Tunisia.

Ieri il raid americano ha colpito i jihadisti.

Nel mirino Noureddine Chouchane, l'uomo considerato la mente dei due attacchi più gravi avvenuti di recente in Tunisia, quello al museo del Bardo nella Capital e quello alla spiaggia di Sousse. Due attentati che hanno lasciato senza vita quasi sessanta persone.

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