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Libia, trafficanti uccidono a sangue freddo 15 migranti

I corpi di quindici migranti africani ritrovati in un bosco vicino a Sabratha: sono stati uccisi perché protestavano per il prezzo del viaggio in mare

Libia, trafficanti uccidono a sangue freddo 15 migranti

Quindici corpi di migranti crivellati di colpi d'arma da fuoco sono stati trovati nei giorni scorsi in Libia nei pressi della località di Fanar, non lontano dalla città di Sabratha.

Secondo il Libya Observer gli uomini, tutti di origine africana, sarebbero stati uccisi a sangue freddo da un gruppo di trafficanti a seguito di una rissa. Profughi e scafisti si sarebbero affrontati per una discussione sul pagamento del pericoloso viaggio in mare verso le coste settentrionali del Mediterraneo. Altri 160 migranti, inoltre, sono dispersi nella stessa regione e si teme che possano essere stati rapiti o che siano detenuti in qualche carcere segreto.

Le condizioni di vita dei migranti in Libia, dove le violazioni dei diritti umani sono all'ordine del giorno nelle zone controllate dalle milizie irregolari, sono spaventose secondo tutti gli osservatori internazionali.

Molti sopravvissuti alla traversata raccontano di violenze sessuali e percosse, mentre anche il ricatto e il rapimento sarebbero pratiche quotidiane: molti migranti vengono rapiti e sequestrati in strutture fatiscenti vicino alla costa della Tripolitania, dove sono detenuti fino a che le loro famiglie non inviano ingenti somme di denaro.

Per chi non può o non vuole pagare le violenze sono atroci, come è emerso anche da diversi procedimenti istruiti dalla magistratura italiana.

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