L'immigrazione spinge il Brexit. E l'Inghilterra si scopre euroscettica

Londra pronta a far intervenire la Royal Navy nella Manica. Ma il numero di arriva continua ad aumentare. E nel Paese crersce la voglia di Brexit

L'immigrazione spinge il Brexit. E l'Inghilterra si scopre euroscettica

Un nuovo sondaggio dà gli euroscettici davanti nel referendum sul Brexit. Secondo la rilevazione di Opinium per l'Observer gli euroscettici sono al 43% contro il 40% della campagna "Remain". Il domenicale sottolinea come sia stato proprio l'acceso dibattito sull'immigrazione a spostare molti consensi in favore dello schieramento che vede nell'uscita dall'Unione europea la possibilità di controllare e ridurre drasticamente gli ingressi nel Regno Unito.

La Bank of England sta già approntando un fondo di emergenza da mettere a disposizione delle banche britanniche miliardi di sterline in liquidità per tutelarsi da un eventuale caos finanziario in caso di Brexit. Secondo il sito del Guardian, la prima di tre operazioni di finanziamento sarà lanciata il 14 giugno da Threadneedle Street per permettere agli istituti di affrontare l'incertezza alla vigilia del referendum fissato per il 23 giugno. Intanto due schieramenti si lanciano accuse al veleno in una serie di botta e risposta che rischiano di dilaniare il partito conservatore al governo. In una intervista alla Bbc l'ex premier Tory John Major ha accusato i Tory favorevoli al Brexit di portare avanti una campagna "squallida" ed è fnito col definire, senza mai nominarlo, l'ex sindaco di Londra Boris Johnson "un giullare di corte". Il suo intervento arriva dopo che altre "vecchie glorie" della politica britannica, un gruppo di leader laburisti fra cui gli ex premier Tony Blair e Gordon Brown, hanno lanciato un appello contro l'uscita del Paese dall'Unione europea.

Sono altrettanto forti i toni usati dagli euroscettici. In una lettera pubblicata dal Daily Telegraph Johnson e il ministro della Giustizia Michael Gove, i due Tory protagonisti della campagna "Leave", hanno invitato gli elettori a "non fidarsi" del primo ministro David Cameron sul dossier Europa e, in particolar modo, sull'infondato allarmismo per le "conseguenze economiche disastrose" in caso di divorzio da Bruxelles. Le potenzialità di vittoria dei pro Brexit sono accentuate dal fatto che il 41% degli elettori considera l'immigrazione come uno dei fattori determinanti nella propria decisione sul voto. Nel Regno Unito l'immigrazione netta, cioè il numero di persone che entrano rispetto a quelle che escono, è infatti aumentata nel 2015 a 333mila persone, 10mila in più rispetto all'anno precedente.

Il governo inglese sta cercando di correre ai ripari promettendo di ridurre a 100mila gli arrivi annuali. Non solo.

Dopo il recente tentativo di sbarco da parte di un gruppo di immigrati albanesi e l'arresto dei due scafisti inglesi, che cercavano di farli entrare illegalmente nel Regno Unito, la polizia di frontiera britannica ha chiesto l'intervento della Royal Navy per pattugliare il Canale della Manica. Il sempre più vicino intervento della Marina britannica è, tuttavia, destinato a gettare nuova benzina sul dibattito della Brexit.

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