La locomotiva America riparte. L'Europa invece arranca

Non accadeva dal 2003. Il pil degli Usa sale del 5% nel terzo trimestre 2014. La Casa Bianca esulta: "Anno di svolta"

La locomotiva America riparte. L'Europa invece arranca

Sul fronte economico notizie positive dagli Stati Uniti: la revisione del pil nel terzo trimestre "indica che l’economia è cresciuta al tasso più veloce da oltre un decennio". Lo afferma con tono enfatico la Casa Bianca, sottolineando che il 2014 è stato l’anno della svolta, ma "c’è ancora molto da fare per assicurarsi che tutti gli americani possano condividere la ripresa". Il pil in termini reali, cioè il valore della produzione di beni e servizi rettificato per le variazioni di prezzo, è aumentato a un tasso annuale del 5% nel terzo trimestre del 2014, secondo il Bureau of Economic Analysis (nel secondo trimestre era salito del 4,6%). Un miglioramento così non si registrava dal trimestre luglio-settembre 2003.

A spingere la crescita americana sono i consumi, saliti del 3,2% rispetto alla precedente stima del 2,2%. Le spese delle famiglie sui servizi sono aumentate del 2,5%. Riviste al rialzo anche le spese delle aziende. Gli investimenti fissi non residenziali sono aumentati del 4,8% rispetto al +1,1% considerato in precedenza, mentre quelli in prodotti di proprietà intellettuale sono cresciuti dell’8,8%. Robusta avanzata (+11%) degli investimenti in nuove attrezzature. Quelli aziendali sono saliti dell’8,9% (la stima era del 7,1%). Rivista al rialzo, al 4,9%, anche la crescita delle esportazioni. L’inflazione, misurata dall’indice Pce, resta invariata all’1,5% su base annuale.

In crescita anche la fiducia dei consumatori: avanza a 93,6 punti a dicembre, al top dal gennaio 2007. Lo rivela l’indice Michigan, che a novembre era a 88,8 punti (dato rivisto dagli iniziali 93,8 punti). L’indice sulla situazione attuale sale a 104,8 punti dai 102,7 punti di novembre (dato rivisto dagli iniziali 105,1 punti) e quello sulle aspettative cresce a 86,4 punti dai 79,9 punti di novembre (dato rivisto dagli iniziali 86,1 punti).

"L’economia è migliorata al passo più rapido in oltre un decennio - ha detto Jason Furman, presidente del Council of Economic Advisers della Casa Bianca - e la crescita "è in linea con una serie più ampia di indicatori, che segnalano passi avanti del mercato del lavoro, una maggiore sicurezza energetica e il continuo rallentamento della crescita dei costi della sanità". I passi compiuti per sostenere l’economia e per "costruire su nuove fondamenta hanno contribuito a rendere già il 2014 il migliore anno in termini di creazione di posti di lavoro dagli anni Novanta". L’anno in corso, ha detto Furman, "è stato un anno di svolta", ma "c’è ancora lavoro da fare per garantire che tutti gli americani possano trarre beneficio dall’accelerazione della ripresa".

La Casa Bianca osserva con attenzione la debole crescita di molti partner commerciali. "Il pil dell’area euro - si legge in un documento del consiglio degli advisor economici del presidente - è ancora del 2% al di sotto del picco pre-crisi, incluso quasi il 10% dell’Italia rispetto al picco pre-crisi". E sul fronte dell’occupazione Usa resta ancora molto da fare: "Il mercato del lavoro non ha ancora recuperato in pieno. Sono necessarie ulteriori riduzioni della disoccupazione di lungo termine e una più veloce crescita dei salari. Il settore privato ha creato almeno 200.000 posti di lavoro per dieci mesi consecutivi, per la prima volta dal 1990. L’occupazione totale è in aumento da 50 mesi, la serie più lunga registrata" , mette in evidenza la Casa Bianca. "Nei primi 11 mesi del 2014 l’occupazione totale è aumentata di 2,65 milioni di unità".

Piaccia o no la politica di Obama, l'America si è rimessa in moto e ha ripreso a correre. Poteva andare meglio? Può essere. Però anche peggio, come ad esempio in Europa, dove non si vede ancora la luce in fondo al tunnel.

Renzi: puntare sugli investimenti funziona

"I dati americani - scrive Matteo Renzi su Twitter - dimostrano che puntare su investimenti e crescita funziona. Altro che austerità. Ecco perché l’Europa deve cambiare #2015".

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