Che la Turchia abbia ancora interesse a entrare nell'Unione Europea, con il clima che si respira in questi giorni e il partito di maggioranza che accusa Bruxelles di una reazione troppo tiepida a un tentativo di colpo di Stato che ha portato a più di duecento morti, è una domanda lecita.
Ciononostante il capo della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, pare certo che non solo ad Ankara abbiano ancora interesse in questo senso, ma pure che per Bruxelles sarebbe assolutamente positivo portare avanti i negoziati, nonostante i molti punti su cui le relazioni tra le due parti faticano, compresi i dubbi sul rispetto dei diritti umani in un Paese che nel giro di due settimane ha fermato e arrestato decine di migliaia di persone.
"Sarebbe un grave sbaglio in politica estera dare l'impressione che L'Ue non voglia la Turchia", ha detto Juncker all'emittente televisiva Ard. Ma nonostante la valutazione positiva del negoziato, punta il dito su alcune lacune gravi del Paese di Erdogan.
La Turchia "non può diventare un paese membro dell'Ue nelle attuali condizioni, soprattutto se decide di reintrodurre a pena di morte. Questo porterebbe alla cessazione immediata dei negoziati". Sul tema della pena capitale per i responsabili del fallito golpe Erdogan è stato finora piuttosto vago, almeno nell'ottica dell'Europa, dicendo che rispetterà la volontà del parlamento e dunque non escludendo un provvedimento in questo senso.
In gioco ci sono tuttavia altri temi altrettanto importanti, a partire dal patto sui migranti.
Un accordo che rischia di cedere a ottobre, con Ankara convinta della necessità di liberalizzare i visti per i cittadini turchi e Bruxelles che sostiene sia prima necessaria una revisione delle norme anti-terrorismo turche.
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