Coronavirus

Michigan, proteste contro il lockdown: uomini armati provano a entrare nel parlamento statale

La governatrice del Michigan ha finora reagito alle proteste affermando di comprendere la rabbia popolare e richiamando i cittadini all’unità

Michigan, proteste contro il lockdown: uomini armati provano a entrare nel parlamento statale

Nello Stato Usa del Michigan è andata in scena ultimamente una protesta che stava per sfociare in un’irruzione di manifestanti armati all’interno del parlamento locale. Bersaglio delle critiche della folla era la governatrice dem statale Gretchen Whitmer, accusata di mantenere in vigore, dal 24 marzo, restrizioni troppo dure in nome dell’emergenza sanitaria. Queste ultime, malgrado le contestazioni popolari, sono state finora giudicate dalla magistratura compatibili con i diritti costituzionali dei cittadini, mentre l’epidemia di coronavirus ha stroncato ad oggi proprio in quel territorio oltre 3500 persone.

L’ultima protesta andata in scena nell’entità federata, ha riferito ieri il Telegraph, è stata pubblicizzata dai suoi promotori dandole il nome di Raduno Patriottico Americano ed è stata organizzata all’indomani dell’ultima sentenza dei magistrati locali circa la compatibilità tra lo stato d’emergenza decretato dalla governatrice e le libertà fondamentali degli individui.

Gli ideatori dell’iniziativa incriminata, precisa il quotidiano britannico, erano raggruppati in un movimento denominato "Michigan Unito per la Libertà".

La contestazione messa a punto da tale sigla si è concretizzata in una dozzina di manifestanti riunitisi nella capitale statale Lansing, tutti senza mascherine in volto, e che hanno provato a entrare nel Campidoglio statale portando dentro con sé delle armi.

Molti dei partecipanti alla tentata irruzione impugnavano infatti, evidenzia la testata, pistole e fucili, ma, dopo che questi avevano affollato l’atrio d’ingresso del palazzo, sono stati bloccati dalla polizia prima che potessero dirigersi verso la sala che ospita la Camera dei rappresentanti del Michigan.

Tanti altri manifestanti di Michigan Unito per la Libertà hanno invece preferito lanciare le loro invettive contro le autorità statali rimanendo all’esterno del palazzo legislativo ed esponendo cartelloni pieni di feroci critiche all’indirizzo della Whitmer.

In particolare, uno dei cartelli esporti fuori dal Campidoglio, fa sapere il giornale, ritraeva la governatrice dem, considerata finora come una delle papabili candidate alla vicepresidenza Usa al fianco di Joe Biden, con le sembianze di Adolf Hitler.

Le motivazioni che animano il movimento Michigan Unito per la Libertà, promotore dell’iniziativa, sono esposte sulle pagine social della medesima sigla, citate dall’organo di informazione d’Oltremanica e a cui sarebbero iscritti oltre 8800 utenti: “Noi non accettiamo o tolleriamo che i nostri diritti inalienabili vengano limitati o cancellati per alcuna ragione, neanche per la pandemia di Covid-19. Riteniamo che ogni americano e ogni cittadino del Michigan abbia il diritto di lavorare per sostenere la propria famiglia, di viaggiare in libertà, di partecipare a raduni religiosi e di qualsiasi altra natura, di unirsi ad altre persone per protestare contro il nostro governo e di provvedere alle rispettive cure mediche”.

Prima della recente protesta caratterizzata dal tentativo di irruzione nel parlamento statale, il Michigan era stato scosso dalla contestazione messa su il 16 aprile, quando circa 3mila persone scesero in strada a Lansing sempre per sollecitare la fine della serrata generale, paralizzando il traffico cittadino. Anche in quell’occasione, ricorda il Telegraph, diversi individui sfoggiarono delle armi in pugno.

Finora, la governatrice Whitmer, costante bersaglio delle critiche della folla, ha reagito al montare delle polemiche affermando di comprendere la rabbia dei cittadini preoccupati per la situazione economica e occupazionale dello Stato, ma richiamando contestualmente la popolazione all’unità e a impegnarsi tutti insieme per la sconfitta del coronavirus.

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