Modello Albania fermato da due criminali

Carichi di precedenti gli irregolari della sentenza. Arrestato scafista su una Ong

Modello Albania fermato da due criminali
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Due pregiudicati, carichi di precedenti penali, socialmente pericolosi: questo è il profilo dei due clandestini ai quali la Cassazione, con una sentenza in contrasto con le sue stesse decisioni, ha aperto la possibilità di non venire trasferiti nei centri di detenzione provvisoria in Albania. Nelle carte dei procedimenti avviati nei confronti dei due si emerge con abbondanza di dettagli il percorso che entrambi hanno compiuto una volta sbarcati in Italia, incamerando denunce su denunce, fino a venire avviati verso il trasferimento nei centri albanesi, in attesa di venire rispediti in patria: prospettiva bloccata dalla decisione della terza sezione della Cassazione, che ha sospeso tutto e investito della decisione la Corte di giustizia europea.

Il primo provvedimento riguarda un algerino di 31 anni, destinatario di due decreti di espulsione mai eseguiti, con precedenti penali tra Firenze e Prato, tra cui una condanna per danneggiamento nel 2018, una denuncia per lesioni personali e minaccia ai danni della ex compagna nel 2017, arrestato nel 2016 per un furto in abitazione. Seguono un'altra denuncia nel 2015 per lesioni personali e minaccia, una condanna nel 2018 a un anno e 4 mesi per furto aggravato, una denuncia nel 2017 per stupefacenti, e una duplice condanna per oltraggio e resistenza ad un pubblico ufficiale. Il secondo fascicolo riguarda un tunisino di 39 anni, arrivato in Italia vent'anni fa. Nel 2024, gli viene negato il rinnovo del permesso di soggiorno, non solo perché nel 2023 viene arrestato ad Ancora per il presunto tentato omicidio del fratello. Il suo curriculum riporta una condanna per lesioni, precedenti penali per rapina, ricettazione e stupefacenti. Vista la sua pericolosità sociale con provvedimento del Questore di Ancona gli viene notificato un decreto di espulsione e finisce nel Cpr di Bari per essere rimpatriato. L'11 aprile viene trasferito nel centro di Gjader in Albania, ma il trattenimento non viene convalidato dalla Corte d'Appello di Roma, e ritorna in Italia.

Ora i due possono aspettare sul territorio tricolore l'esito della procedure d'urgenza trasmessa alla Corte europea della sezione della Cassazione, che ha ribaltato quanto deciso dai colleghi appena venti giorni prima, quando era stato considerato legittimo trasferire nei centri in Albania i migranti provenienti da Paesi giudicati sicuri dal governo italiano. Gli ermellini avevano equiparato il Cpr di Gjader a quelli nel nostro Paese, e dunque avevano ritenuto compatibile il trattenimento in vista del rimpatrio anche in Albania.

Il profilo dei due «salvati» dalla Cassazione è per alcuni aspetti simile a quello dello scafista arrestato ieri dalla squadra mobile di Livorno, che lo ha fermato tra i 13 migranti sbarcati dalla nave ong Ocean Viking. È un 34enne egiziano, per gli investigatori sarebbe lo scafista del barcone partito dalla Libia e poi intercettato dai soccorsi della ong. L'uomo sarebbe già arrivato nel 2023 fa nel nostro Paese, anche allora senza titolo di soggiorno. Il dato misterioso è che non sarebbe stata la prima volta. Il suo arrivo viene collocato da chi indaga subito dopo una sua misteriosa partenza sempre dall''aeroporto di Fiumicino verso un Paese extra Ue.

Per la polizia sarebbe stato un traghettatore di professione. Nel suo zaino sono stati trovati contanti in banconote da 20 euro. Per la mobile sarebbero un fortissimo riscontro dell'ipotesi che quei soldi costituissero i proventi per portare i migranti in Italia.

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