"Neonati e donne incinte morti in mare": strage nel Canale della Manica

In totale le vittime sono 27. Johnson a Macron: la Francia si riprenda tutti i migranti

"Neonati e donne incinte morti in mare": strage nel Canale della Manica

Londra Ventisette morti, diciassette uomini, sette donne e tre bambini. Si sa ben poco dei migranti affogati ieri nelle acque gelide della Manica mentre a bordo del solito gommone tentavano disperatamente di raggiungere il Regno Unito. Erano partiti dalla spiaggia di Calais, in Francia, sotto gli occhi della polizia francese che ormai li lascia passare indisturbati, come documentano le immagini di altri come loro, pubblicate ieri da molti giornali nazionali inglesi. Del loro gruppo sono sopravvissuti soltanto in due, uno è iracheno, l'altro dovrebbe essere somalo. Sono stati tratti in salvo, in stato di grave ipotermia, dopo che mercoledì pomeriggio un pescatore aveva lanciato l'allarme. Quando si riprenderanno li attende un lungo interrogatorio.

Il sindaco di Calais, Natacha Bouchard, ha fatto sapere che una delle tre donne decedute era incinta e si sa che uno dei tre bimbi deceduti era una bambina molto piccola. Gli investigatori forensi sono al lavoro, ma al momento non è stata diffusa l'identità dì nessuno anche perché erano tutti privi di documenti. La Bbc ha però appreso - dopo aver parlato con alcune delle organizzazioni umanitarie - che tra i profughi c'erano dei curdi provenienti dall'Irak e dall'Iran, altri potrebbero essere stati arabi e afghani.

Nel frattempo la polizia francese ha arrestato cinque trafficanti ed è stata aperta un'indagine per omicidio colposo. Soltanto ieri più dì una ventina di imbarcazioni di fortuna hanno tentato di attraversare la Manica e almeno altre due che trasportavano circa 40 persone sono riuscite a raggiungere la costa britannica di Dover. Il premier britannico Boris Johnson si è detto «scioccato e profondamente rattristato» dall'incidente e ha nuovamente offerto alla Francia di mandare sul territorio francese un contingente addizionale di agenti in modo da controllare i confini. Johnson, in una lettera al presidente Macron, ha anche chiesto alla Francia di riprendersi indietro tutti i migranti che hanno attraversato il Canale. «Se coloro che raggiungono questo Paese venissero rapidamente rimpatriati, l'incentivo per le persone a mettere la propria vita nelle mani dei trafficanti si ridurrebbe notevolmente».

Offerta riproposta anche dal ministro dell'Interno Priti Patel nell'ambito di un colloquio telefonico con la controparte francese, Gerald Darmanin. Così, a fronte di dichiarazioni ufficiali a proposito di «intensificare gli sforzi congiunti», di concretamente congiunto tra Francia e Inghilterra per ora non c'è che il rimpallo delle responsabilità per la tragedia accaduta e le prossime che verranno. «La Francia non fa abbastanza per controllare i migranti» tuona da una parte Johnson. «Stia attento a non strumentalizzare questa disgrazia a fini politici» replica Macron. Ma entrambi sanno bene di stare usando quei poveri disgraziati che sognano una vita libera dalla guerra come arma impropria per risolvere i nodi irrisolti della Brexit.

Il principale è quello della pesca e con un drammatico tempismo a ricordarlo agli inglesi sono stati proprio i pescatori francesi che ieri hanno annunciato il blocco del traffico merci agli accessi via mare e via terra (coinvolti i tre porti di Malo, Ouistreham e Calais e il

terminale del tunnel sotto la Manica) per chiedere a Londra il rapido rilascio delle licenze post Brexit. Nel frattempo, controlli o meno, i profughi continuano ad arrivare; solo quest'anno in 47mila hanno tentato la traversata.

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