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Nord Irlanda, l'esistenza dell'Ira mette in crisi il governo

Il primo ministro si è dimesso dopo il fermo di tre esponenti dello Sinn Fèin per l'omicidio di Kevin McGuigan

Nord Irlanda, l'esistenza dell'Ira mette in crisi il governo

Giovedì 10 settembre, Peter Robinson - primo ministro in Nord Irlanda e leader del Partito unionista democratico (DUP) - si è dimesso dopo il mancato accordo sulla sospensione dell'assemblea nazionale in seguito al fermo di tre esponenti dello Sinn Fèin (SF) nell'ambito dell'inchiesta sull'omicidio di Kevin McGuigan - un ex-membro dell'Esercito Repubblicano Irlandese (IRA) – avvenuto il mese scorso.

Per l'omicidio, che sembra essere stato un regolamento di conti all'interno dell'organizzazione, sono state fermate quattro persone. A parte una donna di cinquanta anni che è ancora in custodia, tre dei fermati sono stati rilasciati. Tra questi c'è Bobby Storey, importante membro dello SF ed ex volontario dell’IRA - presunto ex capo dell’intelligence del gruppo - e altri due nazionalisti repubblicani dello stesso rilievo, Eddie Copeland e Brian Gillen.

Kevin McGuigan, che negli anni novanta è stato incarcerato per aver tentato di uccidere un soldato inglese, è stato freddato la sera del 12 agosto davanti alla sua abitazione a Belfast con diversi colpi di arma da fuoco da due persone mascherate. McGuigan era il principale sospettato per l’omicidio dell’ex comandante dell'IRA Gerard “Jock” Davison che era stato ucciso nel maggio scorso a Belfast. La polizia pensa che i due omicidi siano collegati e che l'uccisione di McGuigan sia stata una vendetta dell'IRA. Un tempo, i due, erano molto legati e avevano fondato insieme il sottogruppo “Azione diretta contro la droga” (DAAD). Questo gruppo è sospettato di aver ucciso diversi spacciatori. Poi, dopo alcuni dissidi interni, McGuigan è stato espulso dall'IRA.

Il fermo di esponenti di spicco del partito ha creato il caos nel governo dell'Irlanda del Nord. Secondo Peter Robinson, infatti, l'IRA avrebbe ancora strutture operative, in violazione degli accordi di pace siglati nell'aprile del 1998 dal governo britannico ed irlandese e da alcuni partiti politici di entrambi gli schieramenti. Proprio per questo il DUP aveva chiesto la sospensione del parlamento fino al termine dei colloqui tra tutti i partiti sulla “crisi paramilitare” in atto. Proposta che è stata respinta dai partiti d'opposizione, tra cui lo SF. Così, tutti i ministri del DUP hanno lasciato l'incarico, ad eccezione del ministro delle Finanze, Arlene Foster, che ha assunto la guida ad interim. Secondo il repubblicano Martin McGuinness – vice primo ministro -, “sospendere le istituzioni politiche per ordine dei partiti unionisti è un grave errore”.

“Per avere un governo stabile – ha dichiarato Arlene Foster - dobbiamo gestire anche l'attività paramilitare legata a uno dei nostri partiti di governo, lo Sinn Fèin”. Nonostante questo, il presidente dello SF, Gerry Adams, ha chiesto di andare avanti coi colloqui affinché il governo possa continuare a funzionare normalmente. Anche il premier britannico David Cameron, ha chiesto ai politici nordirlandesi “il maggior sforzo possibile per salvare la coalizione di governo tra repubblicani e unionisti”.

La caduta del governo rischia di riaprire aspre divisioni e di far tornare le violenze in Irlanda del Nord.

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