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Orrore in Pakistan,16enne violentata e costretta a convertirsi all'islam

La ragazzina è riuscita a fuggire e a portare il caso alla corte di Karachi. La denuncia di Aiuto alla Chiesa che Soffre: "Ogni anno oltre 2mila minorenni costrette a sposarsi e convertirsi"

Orrore in Pakistan,16enne violentata e costretta a convertirsi all'islam

Esile e intimorita, avvolta in uno scialle colorato che la copre dalla testa alla cinta. Meerab Mohsin tiene la stoffa stretta tra le dita delle mani, rannicchiata su sé stessa per proteggere il corpo da ragazzina costretta a diventare adulta troppo presto. Probabilmente, seduta tra la mamma e il suo avvocato mentre aspetta di effettuare gli accertamenti medici, cerca di trovare una spiegazione alla violenza subita. Un uomo musulmano, più grande di lei, l’ha prima rapita e poi violentata per costringerla a sposarsi e a convertirsi all’Islam.

Così la vita di questa ragazza cristiana di Orangi Town, cittadina pakistana a nord ovest di Karachi, è stata segnata per sempre. Meerab è una delle tante. Il suo presunto aguzzino, Noman Abbas, avrebbe ripetuto lo stesso copione con altre due ragazze della provincia del Punjab, vendute dopo essere state obbligate a sposarlo. Lei però è riuscita a scappare e, con l’aiuto dell’avvocatessa Tabassum Yousaf, ha avuto il coraggio di denunciare tutto alla corte di Karachi. Nella provincia del Sindh, infatti, nel 2013 il governo ha varato una stretta sui matrimoni infantili, con l’approvazione di una legge che fissa a 18 anni l’età minima per le nozze.

Ma le violazioni sono ancora tantissime. Sono almeno 2mila ogni anno i casi di ragazzine minorenni che vengono sequestrate, costrette a sposarsi e a convertirsi al credo dei propri aguzzini, denuncia Aiuto alla Chiesa che Soffre, la fondazione pontificia che ha fatto emergere la vicenda di Meerab. E non tutte le storie sono a lieto fine. Nel novembre del 2020 una giovane cristiana di nome Sonia è stata uccisa per aver rifiutato le avances di un uomo musulmano. Qualche mese prima, sempre a Karachi, nel quartiere di Eissa Nagri, dove la maggior parte della popolazione è di fede cristiana, una bimba di cinque anni è stata rapita, violentata e uccisa. L’assassino ha poi dato fuoco al corpicino senza vita abbandonandolo in una discarica.

Ha fatto scalpore anche il caso di Raja Arzoo, 13enne rapita e costretta a rinnegare il cristianesimo per andare in sposa ad un uomo musulmano di 44 anni. Come se non bastasse, il matrimonio forzato è stato anche convalidato dal tribunale locale. I giudici, infatti, accolsero la versione del rapitore e cioè che Raja, poi diventata Fatima, si fosse convertita di sua spontanea volontà. Anche i magistrati che hanno esaminato il caso di Maira Shahbaz, ragazzina di 14 anni prelevata da casa sua da tre uomini armati e costretta a sposarsi con un uomo già padre di due figli, hanno dato ragione per ben due volte all’aguzzino che l’ha sequestrata, drogata, violentata e costretta ad abbandonare la sua religione.

"L’auspicio è che le istituzioni pachistane si attivino allo scopo di approvare una normativa che tuteli in tutto il Paese le minorenni appartenenti alle minoranze religiose”, scrive oggi la fondazione pontificia che ha scelto di sostenere le donne pakistane vittime di sequestri e matrimoni forzati attraverso un fondo ad hoc, facendo appello al governo del premier Shehbaz Sharif. Intanto la vicenda di Meerab è arrivata fino a Bruxelles dove l’eurodeputato leghista Marco Dreosto, componente della delegazione del Parlamento europeo per i rapporti con il Pakistan, ha chiesto l’invio di una delegazione Ue a Islamabad per far luce sull’accaduto e "tutelare le vittime di eventuali nuovi abusi".

Quello che è successo alla sedicenne di Orangi Town è "inaccettabile", ha commentato il leghista. "Violenza sessuale al fine di un matrimonio forzato e conversione forzata della sedicenne – ha attaccato Dreosto - sono atti che non possono essere tollerati.

Il rispetto della libertà religiosa deve essere garantito a tutti i fedeli che vogliono liberamente esprimere la loro fede in Cristo”.

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