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"A Parigi terroristi ben addestrati, non lupi solitari"

Secondo gli esperti l'attacco a Charlie Hebdo è stato messo a segno da attentatori "ben preparati", diversi dai classici "lupi solitari" che hanno agito in precedenti episodi

I fratelli Kouachi, killer dell'assalto a Charlie Hebdo
I fratelli Kouachi, killer dell'assalto a Charlie Hebdo

"Gli esecutori dell'attentato contro la sede di Charlie Hebdo sono stati addestrati in modo professionale". Ne sono convinti una serie di esperti di terrorismo intervistati dalla tivù satellitare al Arabiya che parlano di attentatori "ben preparati", diversi dai classici "lupi solitari" che hanno agito in precedenti episodi.

"Erano chiaramente addestrati all’uso di armi da fuoco - ha detto Matthew Henman, ricercatore presso IHS Janès Terrorism & Insurgency Centre - Quel tipo di esperienza li piazza al di sopra della media dei jihadisti lupi solitari". Anche secondo Alisa Lockwood, responsabile per l’Europa dell’IHS Country Risk, i due algerini che hanno eseguito l’attacco erano "addestrati in modo professionale". "Hanno condotto l’operazione in modo così rapido, in appena 10 minuti, prendendo di mira individui precisi, con l’auto pronta per la fuga ed erano così ben armati", ha aggiunto l’esperta secondo la quale "quel livello di coordinamento e di organizzazione preventiva non sono mai stati visti in precedenti attacchi in Francia". "Certamente - ha proseguito l’esperta - questo attacco è più sofisticato di quelli apparentemente ispirati all'islam che la Francia ha conosciuto a dicembre, che sono amatoriali".

Secondo Henman, il fatto che gli attentatori abbiano cercato alcuni specifici vignettisti fa pensare a un "attacco molto motivato in relazione alle vignette" apparse negli scorsi anni su alcuni numeri di Charlie Hebdo, giudicate blasfeme da molti musulmani. Anche per Peter Lehr, ricercatore presso il Centro studi sul terrorismo e la violenza politica dell’Università di St Andrews, in Scozia, la chiave è nelle vignette "blasfeme" e quindi gli attacchi non sono una sorpresa. "La rivista e i suoi vignettisti - ha detto l’esperto - erano un obiettivo, c’era da tempo un certo livello di minaccia". Per ora non c'è stata alcuna rivendicazione dell’attacco. Un testimone afferma di aver sentito dire a uno degli attentatori che agiva in nome di al Qaeda in Yemen. "Se dietro questo attacco c’è un solo gruppo - ha detto Henman - mi aspetto una rivendicazione entro le prossime ventiquattr'ore".

Per Lee Marsden, docente di scienze politiche presso la University of East Anglia, "questo genere di incidenti è più probabilmente da ricondurre ad al Qaeda che all’Isis" e al Qaeda nella penisola araba sarebbe "assolutamente in grado" di organizzare attacchi del genere. A suo giudizio, il gruppo terroristico ora si concentra su attacchi più "semplici da condurre" rispetto a quelli precedenti, come quello dell’11 settembre a New York. "Non necessitano - ha spiegato - di alcuna esperienza in fatto di esplosivi.

Basta dire: 'Se hai una pistola, spara alla gente, se hai un coltello, colpiscila'".

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