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Parolin difende il Papa sulla "questione cinese"

Il cardinale Parolin, segretario di Stato vaticano, ha in qualche modo preso posizione sulla "questione cinese". Il dialogo tra Santa Sede e Cina prosegue

Il cardinale Parolin e Papa Francesco
Il cardinale Parolin e Papa Francesco

Il cardinale Parolin, segretario di Stato del Vaticano, si è in qualche modo espresso sulla "questione cinese". Le "accuse" mosse nei confronti di Papa Francesco hanno riguardato la presunta decisione del pontefice di avallare la sostituzione di due vescovi legittimi della Chiesa cinese con due presuli graditi al governo, ma considerati illegittimi.

Il cardinale Zen, arcivescovo di Hong Kong, aveva parlato in riferimento a questa vicenda di "svendita della Chiesa". Greg Burke, direttore della sala stampa vaticana, successivamente alla pubblicazione di una lettera firmata dal cardinale cinese e pubblicata sul blog del porporato, aveva in qualche modo smentito le indiscrezioni trapelate: "Il Santo Padre viene da loro informato (riferendosi ai collaboratori cinesi del Papa n.d.r.) in materia fedele e particolareggiata sulla situazione della Chiesa Cattolica in Cina e sui passi del dialogo in corso tra la Santa Sede e la Repubblica Popolare Cinese, che Egli accompagna con speciale sollecitudine", aveva sottolineato Burke. Niente "scisma" in potenza, insomma, tra la Chiesa cinese e Papa Francesco.

La questione è particolarmente complessa: la notizia secondo cui a due vescovi legittimi della Chiesa cinese sarebbe stato chiesto di fare un passo di lato è stata rilanciata dai siti più critici nei confronti dell'operato di Bergoglio. Riccardo Cascioli, direttore de La Nuova Bussola Quotidiana, ha parlato di "smacco totale" verso i cattolici cinesi che, dopo aver subito le conseguenze dovute alla loro fede, sarebbero stati in qualche modo "traditi" dal pontefice argentino.

I vescovi chiamati a sostituire quelli legittimi, ancora, apparterrebbero all'Associazione patriottica cattolica cinese, che è stata creata con lo scopo di supervisionare le attività dei cattolici in Cina. Il cardinale Parolin, che ha contribuito a riportare la Chiesa cattolica sulla scena geopolitica mondiale, ha rilasciato un'intervista sui rapporti diplomatici tra il Vaticano e il governo cinese a La Stampa. "Vorrei dire con molta semplicità e chiarezza che la Chiesa non dimenticherà mai le prove e le sofferenze passate e presenti dei cattolici cinesi - ha dichiarato il segretario di Stato -. "Tutto questo è un grande tesoro per la Chiesa universale. Pertanto, ai cattolici cinesi con grande fraternità dico: vi siamo vicini, non solo con la preghiera, ma anche con il quotidiano impegno ad accompagnarvi e sostenervi nel cammino della piena comunione - ha aggiunto -. "Vi chiediamo, perciò, che nessuno si aggrappi allo spirito di contrapposizione per condannare il fratello o che utilizzi il passato come un pretesto per fomentare nuovi risentimenti e chiusure. Al contrario, auguriamo che ciascuno guardi con fiducia al futuro della Chiesa, al di là di ogni limite umano", ha chiosato Parolin.

La Chiesa cattolica, insomma, è intenzionata a proseguire nel dialogo con la Cina. L'intento - ha ribadito Parolin - è quello di far sì che i fedeli possano sentirsi tanto autenticamente cattolici quanto autenticamente cinesi. La questione delle due nomine sostitutive, però, non è stata citata direttamente né dal cardinale né dalla nota rilasciata dal direttore della sala stampa vaticana. "Pretendere di superare lo scandalo di una Chiesa «indipendente» - ha scritto il già citato Riccardo Cascioli - riconoscendola legittima tout court, non è misericordia, è resa incondizionata, è tradimento". Le accuse di quelli che genericamente vengono definiti "tradizionalisti", però, sono state etichettate come operazioni "manipolazioni politiche" da altri vaticanisti meno "ostili", per usare un termine improprio, a questo pontificato. Papa Francesco, intanto, che durante il 2019 potrebbe visitare la Russia, starebbe coltivando il sogno di recarsi in Cina. Una nazione che ospita 300milioni di fedeli, tra cattolici e protestanti.

L'operazione Pechino, com'è noto, risulta essere la più difficoltosa nella storia dei viaggi pastorali.

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