Presidente messicano contro il Vaticano: "Ha promosso crimini dei conquistadores"

Anche la Spagna è stata esortata con forza dal presidente socialista a chiedere perdono al popolo messicano per i crimini verificatisi durante la cristianizzazione del Paese centroamericano

Presidente messicano contro il Vaticano: "Ha promosso crimini dei conquistadores"

Il presidente messicano Andrés Manuel López Obrador, esponente socialista, ha in questi giorni attaccato duramente il Vaticano, minacciando di citarla in giudizio se non chiederà perdono per avere promosso, nel ‘500, la sanguinosa colonizzazione del Paese centroamericano.

Il Capo dello Stato, in un video trasmesso ultimamente dalle principali emittenti nazionali, afferma infatti di volere ottenere con ogni mezzo, compreso quello giudiziario, le scuse ufficiali della Santa Sede per avere in passato benedetto l’invasione del Messico per mano dei conquistadores e la conseguente cristianizzazione forzata delle popolazioni precolombiane. Ad avviso del politico di sinistra, l’arrivo in Centroamerica delle truppe spagnole e dei missionari papali avrebbe coinciso con l’avvio di una lunga scia di “stragi, saccheggi e stupri” nei riguardi delle etnie amerinde, nonché con la progressiva cancellazione dell’identità culturale di queste ultime.

Sempre nel video in questione, López Obrador equipara i fatti di sangue che hanno macchiato la colonizzazione e l’evangelizzazione del Paese latinoamericano ai crimini contro l’umanità che hanno segnato il Ventesimo secolo. Il presidente socialista dichiara quindi di essere disposto, pur di rendere giustizia alla memoria dei martiri dell’ingresso del Messico nell’orbita cattolica, ad adire la magistratura nazionale al fine di costringere il Vaticano a fare “mea culpa” per gli orrori promossi nel ‘500 e a concedere ai discendenti delle vittime un indennizzo simbolico. I toni duri impiegati dal Capo dello Stato non hanno però ancora indotto l’istituzione religiosa a rilasciare commenti ufficiali sulle accuse in questione.

Un’eventuale ammissione di colpa da parte delle gerarchie ecclesiastiche per le violenze inflitte in passato alle etnie amerinde non sarebbe tuttavia una novità. Nel 2015, ad esempio, papa Francesco ha pubblicamente chiesto scusa al popolo boliviano per gli abusi e le conversioni forzate perpetrati secoli fa dai missionari cattolici nei confronti degli abitanti del Paese andino.

Oltre alla Chiesa di Roma, anche il governo spagnolo è stato sollecitato da López Obrador a chiedere perdono per le atrocità compiute durante la cristianizzazione del Messico. Madrid però ha immediatamente replicato alle esternazioni del politico di sinistra, rigettando con fermezza tutti gli addebiti mossi da quest’ultimo.

Tramite una nota, le autorità iberiche hanno infatti affermato: “L’arrivo degli Spagnoli nell’attuale Messico, avvenuto 500 anni fa, non può assolutamente essere giudicato alla luce degli orientamenti penalistici contemporanei.” La nota di Madrid ha poi bollato le dichiarazioni di López Obrador come dirette esclusivamente a seminare odio tra la nazione europea e quella centroamericana.

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