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Al Qaeda celebra gli attacchi dell’11 settembre

Al Qaeda celebra il 17 ° anniversario degli attacchi dell'11 settembre del 2001 con un nuovo audio messaggio del suo leader Ayman al-Zawahiri

Al Qaeda celebra gli attacchi dell’11 settembre

Al Qaeda ha celebrato il 17 ° anniversario degli attacchi dell'11 settembre del 2001 con un nuovo audio messaggio del suo leader Ayman al-Zawahiri. Nel video di trenta minuti diffuso sulla rete poche ore fa ed intitolato How do we face America?, al-Zawahiri considera gli Stati Uniti come il nemico religioso dei musulmani. Il linguaggio è strumento di influenza, con forme metriche strutturate per riflettere la visione di una realtà. E' il linguaggio a definire le azioni accessibili e delegittimare le altre percezioni del mondo.

11 settembre: Lo Stato islamico non ha diffuso alcun comunicato

24 ore fa, la pressocchè sconosciuta sigla Al-Talee'ah ha immesso sulla rete una infografica dal titolo Know Your Jihadist. Di Al-Talee'ah sappiamo ben poco se non che è una sigla simpatizzante dello Stato islamico. Tecnicamente parlando si tratta quindi di una sigla Pro-Is senza alcun collegamento con il ramo principale. La vignetta è subdola poichè sfrutta i simboli ufficiali dello Stato islamico, ma non è in alcun modo riconducibile al gruppo di Abu Bakr al-Baghdadi

11 settembre: Il messaggio di al Qaeda

L’ultimo video di Ayman al-Zawahiri risale al 24 agosto scorso. In The Battle of Awareness and Will: The Solid Structure al-Zawahiri chiede di porre fine alla frammentazione al mondo musulmano che dovrebbe unirsi per combattere i miscredenti. Il video è ritenuta una risposta al messaggio Give Glad Tidings to the Patient di Abu Bakr al-Baghdadi, leader dello Stato islamico. Se al-Baghadi ha sfruttato il concetto islamico di pazienza e perseveranza, nel messaggio diffuso il 24 agosto scorso il leader di al Qaeda ripete frequentemente la parola dovere (dovere di unirsi, dovere della jihad, dovere di combattere). Nell’Islam, la pazienza costituisce metà della fede. Il credente è colui che si affida pazientemente alla religione, specialmente durante le afflizioni più grandi. “Il credente necessita più della pazienza che del mangiare o del bere. Chiede ad Allah di concedergli la pazienza di obbedire al suo volere, di astenersi dal disobbedirgli e di accettare il proprio destino. Il credente benedice la salute con gratitudine ed affronta l'afflizione con pazienza". L'essenza della pazienza è il credere nella volontà di Allah.

Al Qaeda: How do we face America?

Trenta minuti di propaganda jihadista con la minacciosa e contorta retorica di sempre. L'audio rappresenta l’unica posizione ufficiale di un gruppo terroristico per l’11 settembre. Analizzando il flusso delle pubblicazioni delle ultime 24 ore, gli attacchi dell'11 settembre del 2001 sono stati ignorati dai media operative dello Stato islamico (tecnicamente sarebbe corretto definirli Mujahidin dopo la consacrazione ufficiale avvenuta due anni fa e ribadita poche settimane fa anche da al-Baghdadi).

Così come avvenuto nel video del 24 agosto scorso, in How do we face America? al-Zawahiri ripete frequentemente la parola dovere.

“L'America è il principale nemico dei musulmani per una guerra contro l'Islam iniziata fin dall'alba dei tempi. Quella stupida decisione di Trump di trasferire la loro ambasciata da Tel Aviv a Gerusalemme è l’ennesima conferma di tale inimicizia religiosa. Sono trascorsi diciassette anni da quando l'ex Presidente degli Stati Uniti George W.Bush ha lanciato la sua guerra crociata contro i musulmani. Ben conosciamo la visione strategica americana di questo conflitto religioso. Washington sfrutta le sue alleanze per compensare i costi delle guerre cercando di colpire i suoi nemici con una subdola disinformazione. Gli americani sono deboli, chiedo al popolo musulmano di colpirli nel loro stesso territorio".

Quest’ultimo è un passaggio ormai sempre presente nei messaggi di propaganda jihadista. Lo Stato islamico ed al Qaeda sono perfettamente consapevoli che un attentato in Occidente riceve una particolare copertura mediatica rispetto ad una strage in Siria, Iraq, Yemen o Afghanistan. Come abbiamo rilevato la scorsa settimana, questa è la medesima strategia dell'Esercito Repubblicano Irlandese adottata in Gran Bretagna.

"Dietro tutti i conflitti che coinvolgono i musulmani si trova la diretta silenziosa approvazione dell'America. E' fondamentalmente una inimicizia religiosa anche se altre ostilità si sovrappongono con essa. La loro avidità economica, il loro desiderio di stabilire l'egemonia su qualsiasi posizioni geografica.

Washington sostiene i conflitti contro gli islamisti in Medio Oriente, Nord Africa, Caucaso, Asia meridionale e sud-orientale. Se comprendiamo la strategia americana contro i musulmani e comprendiamo come funziona il loro sistema, diventa per noi facile infliggergli danni perché alla fine gli americani sono esseri deboli come il resto dell'umanità"

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