Raid contro l'Isis, i russi criticano gli Usa. Ma Kerry: "Timori ridicoli"

La Russia alza la voce: gli attacchi aerei contro i terroristi devono essere autorizzati dal Consiglio di sicurezza e da Damasco

Raid contro l'Isis, i russi criticano gli Usa. Ma Kerry: "Timori ridicoli"

Si apre un nuovo fronte di scontro tra gli Stati Uniti e la Russia. Dopo l'Ucraina è la guerra contro l'Isis a creare tensione, in particolare l'annuncio, dato da Obama, di voler bombardare lo Stato islamico sia in Iraq che in Siria. Dopo poche ore arriva l'altolà di Mosca. "Gli attacchi aerei Usa in Siria contro gli estremisti dell’Isis senza il consenso di Damasco e in assenza di decisioni del consiglio di sicurezza dell’Onu sarebbero un’aggressione, una grossolana violazione del diritto internazionale", ha detto Aleksandr Lukasehvich, portavoce del ministero degli esteri russi. Mosca non intende difendere l'Isis, ma entra a gamba tesa nella gestione del conflitto per quanto riguarda la Siria.

Sulla stessa lunghezza d'onda è la Siria. Se gli Usa effettueranno raid aerei senza prima il consenso del governo, il regime di Basha Assad considererà l’azione un attacco diretto Damasco. Così ha fatto sapere il ministro della riconciliazione nazionale Ali Haidar. Il collega degli Esteri, Walid Muallem, ad agosto aveva spiegato che Damasco avrebbe permesso agli Usa di attaccare l’Isis nel proprio territorio, purché "in coordinamento preventivo" con le autorità; al contrario, ha avvertito ancora, qualsiasi misura che ignori un accordo con le autorità siriane verrebbe considerata "un’aggressione" alla quale Damasco reagirà.

In serata la risposta del segretario di Stato John Kerry, che ha liquidato come "ridicoli" i timori di Mosca, considerata l'invasione della Crimea e delle regioni orientali dell'Ucraina da parte delle truppe russe.

Il generale Usa: operazione complessa

Per sconfiggere gli estremisti dell’Isis non basteranno i missili americani, secondo un generale americano interpellato dal Washington Post. "Serviranno un esercito coeso che abbia voglia di combattere e un compromesso politico per dare stabilità al governo di Baghdad, con i sunniti moderati che dovranno, anche se controvoglia, sostenere la battaglia degli sciiti contro gli estremisti". Per il generale i Paesi arabi e quelli europei dovranno collaborare e Washington dovrà tollerare le milizie sciite iraniane che una volta combatteva, orchestrando una guerra aerea senza il sostegno delle truppe di terra.

"Più difficile di qualsiasi altra cosa che abbiamo provato a fare finora in Iraq o Afghanistan» ha assicurato il generale. "È il problema più complesso affrontato dall’11 Settembre. Non ci sono precedenti".

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