Il rapporto tra gli Usa e Israele

Uno dei duelli tra Trump e Clinton è su un tema cruciale di politica estera: il rapporto tra gli Stati Uniti e Israele. I due candidati hanno appena incontrato Benyamin Netanyahu a New York

Il rapporto tra gli Usa e Israele

In attesa del primo dibattito in diretta tv i due candidati alla Casa Bianca si sono concentrati su un tema cruciale di politica estera: il rapporto tra gli Stati Uniti e Israele. Ieri, a New York, il premier israeliano Benyamin Netanyahu ha incontrato i due candidati alla Casa Bianca.

Al termine del faccia a faccia con il primo ministro israeliano lo staff di Trump ha diffuso un comunicato: "Trump ha riconosciuto che Gerusalemme è stata la capitale eterna del popolo ebraico per oltre 3000 anni e gli Stati Uniti, sotto l'amministrazione Trump, accetteranno finalmente il mandato del Congresso per riconoscere Gerusalemme come capitale indivisa dello Stato di Israele". Il tycoon ha assicurato che una volta eletto "fra Israele e Usa sarà avviata una straordinaria cooperazione strategica, tecnologica, militare e di intelligence".

All'incontro con Hillary Clinton hanno partecipato anche l'ambasciatore di Israele negli Stati Uniti Ron Dermer e il consigliere politico di Clinton Jake Sullivan. Netanyahu e Clinton hanno discusso "un ampio spettro di questioni relative a come promuovere la pace e la stabilità in Medio Oriente e a come potenziare la crescita economica attraverso l'innovazione tecnologica". Il capo del governo israeliano, al termine dell'incontro, ha ringraziato Clinton "per la sua amicizia e per il sostegno a Israele".

La comunità ebraica negli Stati Uniti è tradizionalmente più vicina ai democratici e ai Clinton in modo particolare. Ma Trump vuole provare a scalzare il vantaggio del partito dell'Asinello. Uno dei grimaldelli è la capitale. Con lui presidente (promette Trump) gli Usa riconoscereranno Gerusalemme "capitale unica ed indivisibile" di Israele, come sancito nel 1980 dalla Knesset. Un nervo scoperto per gli israeliani che vedono la quasi totalità delle nazioni, inclusa l’America, riconoscere Tel Aviv quale capitale israeliana. Anche Il Salvador e il Costa Rica, che avevano le ambasciate a Gerusalemme, le hanno spostate verso Tel Aviv. "Trump riconosce che Gerusalemme è stata la capitale eterna del popolo ebraico per oltre 3.000 anni e che gli Usa sotto l’amministrazione Trump alla fine accetteranno il mandato (legge approvata nel 1995 ma mai attuata da alcun presidente, ndr) del congresso a riconoscere Gerusalemme capitale indivisa dello Stato di Israele", ha reso noto lo staff del candidato repubblicano.

Hillary Clinton ha ribadito a Netanyahu la propria ferma opposizione a qualsiasi tentativo di imporre dall'esterno una soluzione al conflitto israelo-palestinese, compreso quello del Consiglio di sicurezza dell'Onu, e l'impegno per la "soluzione dei due stati negoziata direttamente dalle parti".

Secondo il comunicato diffuso dalla campagna della Clinton, l'ex segretario di Stato ha affermato che un"Israele forte e sicuro" è vitale per gli interessi di Washington, ribadendo il suo "incrollabile impegno" per i rapporti Usa-Israele. Clinton ha anche espresso il suo
gradimento per il rinnovo dell'accordo sugli aiuti militari concluso nelle scorse settimane e il suo impegno a contrastare i tentativi di boicottaggio contro Israele.

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