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Regno Unito, "scandalo rimborsi" si abbatte sul Partito laburista

Già nel 2009 e nel 2017 parlamentari della sinistra erano stati accusati, nell’ambito di inchieste giornalistiche, di “spese pazze” pagate con i soldi dei contribuenti

Regno Unito, "scandalo rimborsi" si abbatte sul Partito laburista

Partito laburista al centro di uno “scandalo rimborsi”. Secondo la stampa britannica, esponenti di punta della sinistra avrebbero impiegato, dall’avvio dell’attuale legislatura, soldi pubblici per scopi di natura privata: cene presso ristoranti di lusso, viaggi in prima classe, regali alle amanti. Dopo le polemiche per la “svolta antisionista” imposta al Labour, la leadership di Jeremy Corbyn deve affrontare una nuova bufera mediatica.

Nel Regno Unito, i membri delle due Camere hanno diritto a generosi rimborsi per le spese affrontate nel corso dell’attività parlamentare. Secondo The Daily Telegraph, diversi politici laburisti avrebbero richiesto, alla Tesoreria del Parlamento, rimborsi per finanziare attività per nulla connesse allo svolgimento di incarichi pubblici. Il Labour era già stato “vittima”, nel 2009 e nel 2017, di analoghe inchieste condotte dallo stesso organo di stampa. Molti parlamentari al centro dell’attuale scandalo ricoprono posizioni di primo piano all’interno della formazione politica di sinistra.

Ad esempio, Khalid Mahmood, “Ministro ombra” per gli Affari europei e “braccio destro” di Jeremy Corbyn, è stato accusato dal Telegraph di avere truffato gli Uffici finanziari della Camera dei Comuni. Egli avrebbe richiesto a tali Uffici un rimborso di 40mila sterline. Secondo l’organo di stampa, la cifra pretesa dal “Ministro ombra” non era destinata a coprire i costi dell’attività politica, ma a comprare regali per la sua assistente parlamentare, nonché amante, Elaina Cohen. Parte della somma sarebbe poi servita a Mahmood per indurre al silenzio la stessa Cohen. Quest’ultima, infatti, sarebbe stata sul punto di denunciare il “Ministro ombra” per averle rivolto “insulti antisemiti”. L’esponente laburista avrebbe quindi offerto alla donna, di origini ebraiche, 15mila sterline, sempre soldi pubblici, per convincerla a non sporgere denuncia all’autorità giudiziaria. L’offerta sarebbe stata accettata.

Un’altra condotta illecita alla quale il quotidiano ha dato grande risalto è quella osservata, dal giugno del 2017, da Diane Abbott, “Ministro ombra” dell’Interno. La donna, già al centro delle inchieste condotte nel 2009 e nel 2017, avrebbe presentato alla Tesoreria della Camera dei Comuni istanza per un rimborso pari a 250mila sterline, necessario a coprire le spese affrontate durante i propri “incontri con gli elettori”. In realtà, il denaro dei contribuenti sarebbe servito alla Abbott per acquistare un appartamento in un elegante quartiere londinese.

Neanche i membri laburisti della Camera dei Lord sono stati “risparmiati” dal rigore investigativo del Telegraph. L’organo di stampa ha rimproverato a Steve Bassam, barone di Brighton, “spese pazze” per pranzi in ristoranti di lusso e per viaggi in prima classe su treni e aerei. Lord Bassam avrebbe utilizzato per tali scopi, di natura privata, 260mila sterline di denaro statale.

I soggetti accusati dalla stampa hanno reagito all’inchiesta ribadendo la propria onestà e definendo “inconsistenti” le prove presentate dal Telegraph a loro carico.

Per il momento, Jeremy Corbyn, leader del Labour, non ha rilasciato commenti sull’ennesimo “scandalo rimborsi” abbattutosi sulla sinistra britannica.

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