Scozia indipendente: testa a testa fra «sì» e «no»

Scozia indipendente: testa a testa fra «sì» e «no»

LondraMancano meno di due settimane al referendum per l'indipendenza della Scozia e l'esito finale si fa sempre più incerto. Soltanto un mese fa i sondaggi davano quasi per scontata la vittoria del No ma ora disegnano un quadro del tutto diverso. Appena cinque punti separano i nazionalisti di Better Together dagli indipendentisti mentre un sondaggio commissionato dal Sunday Times dà, per la prima volta, gli indipendentisti in vantaggio con il 51%. L'indice di partecipazione al voto si preannuncia altissimo. Negli ultimi giorni utili per la registrazione gli aventi diritto al voto si sono presentati numerosissimi, molti di più di quanti ci si aspettasse.

Sarà quindi un confronto serratissimo e la vittoria si deciderà all'ultimo minuto, probabilmente tutto dipenderà da come voteranno i laburisti indecisi sul da farsi individuati dagli ultimi sondaggi. Le preferenze delle categorie di voto appaiono comunque già ben delineate: i votanti anziani sono meno inclini di quelli giovani ad esprimersi a favore del SI, le donne sembrano appoggiare molto meno entusiasticamente la voglia d'indipendenza degli uomini al pari degli inglesi che vivono in Scozia. Rimane tuttavia un buon numero di indecisi da convincere ed entrambe le fazioni stanno spingendo sull'acceleratore per portare il vantaggio dalla propria parte. Gli Unionisti promettono un Parlamento scozzese più forte, gli Indipendentisti ribattono che una separazione dal Regno Unito offrirà ai giovani maggiori opportunità lavorative e nuove speranze per il futuro. Le banche avvertono che la stabilità economica andrebbe a subire un collasso in caso di vittoria del SI e minacciano di spostare tutte le loro sedi a Londra, gli Indipendentisti guidati dal Primo Ministro Alex Salmond rassicurano gli economisti spaventati dalla prospettiva che il Paese non possa più utilizzare la sterlina dichiarando che nessuno può costringerli ad abbandonarla. Chi però comincia veramente a sudare freddo in questi giorni è il Premier britannico David Cameron che proprio non ci sta a venir ricordato come il Primo Ministro che perse la Scozia. Una vittoria degli indipendentisti sarebbe soprattutto una sua sconfitta personale. Lui ha già dichiarato che l'esito del referendum non ha nulla a che fare con il suo mandato politico e che non intende dimettersi se i SI dovessero avere la meglio sui NO. Secondo quanto riportato dal quotidiano The Independent sarebbero però i suoi stessi uomini a chiedergli di farsi da parte. «David dovrebbe lasciare immediatamente -ha spiegato un deputato conservatore al giornale - perchè non sarebbe in grado di mettere a tacere la rabbia e l'umiliazione». «Perdere la Scozia sarebbe un evento traumatico - ha confermato un ex componente del Governo - un horror show a cui David non potrebbe sopravvivere». Di certo l'indipendenza della Scozia andrebbe a pesare come un macigno sulle spalle del leader conservatore dando man forte a chi da sempre ritiene troppo debole la sua strategia politica nell'ambito della Comunità Europea. E sono in molti a pensare che il primo ministro non abbia sostenuto come avrebbe dovuto la causa del NO lasciando tutto il lavoro al suo ex tesoriere Alistair Darling che è appena uscito perdente dall'ultimo dibattito televisivo contro uno spumeggiamte e agguerrito Alex Salmond.

Adesso che il tempo stringe e il voto si avvicina, gli Unionisti portano in campo perfino i calciatori famosi per recuperare il terreno perduto, ma cominciano a perdere sicurezza di fronte alle ultime previsioni di voto. E iniziano a sperare che i sondaggi sbaglino...

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