Un video caricato su Youtube mostra alcuni bambini con le tute arancioni chiusi dentro una gabbia, pronti a essere bruciati vivi come avvenuto poco tempo fa al pilota giordano Muad Kasesbeah (catturato il 24 dicembre e arso vivo il 3 gennaio scorso). Si tratta di una macabra messa in scena fatta dagli attivisti siriani che si battono contro Bashar al Assad accusato di massacrare migliaia di oppositori nel silenzio internazionale.
Proprio allo scopo di attirare l'attenzione dei media sul bombardamento di Douma, quartiere di Damasco in mano ai ribelli, gli oppositori hanno pensato di costruire una gabbia simile a quella utilizzata dal'Isis per uccidere il pilota. I piccoli attori mostrano cartelli "Basta uccidere bambini", "I vostri giornali parlano del pilota giordano arso vivo ma non parlano dei bambini carbonizzati di Douma".
Secondo una stima dell’Osservatorio siriano dei diritti umani, a Douma nei primi giorni del mese sono state uccise oltre 180 persone, 55 delle quali donne e bambini.
Intanto secondo la stampa libanese Assad sarebbe pronto ad accettare il piano dell’Onu per far cessare le operazioni militari nella città di Aleppo (ma non nell’area intorno alla città). Assad ha riferito all’inviato speciale dell’Onu, Staffan de Mistura, che è sua intenzione attuare subito il piano proposto. Mistura, da parte sua, domani riporterà al Consiglio di Sicurezza la volontà di Assad insieme con i risultati dei sui contatti con il governo turco, che secondo il quotidiano, ha una grande influenza sul almeno dieci milizie anti-Assad, molte delle quali sono legate alla Turchia e ai Fratelli Musulmani.
Le forze curde sono arrivate alle porte della roccaforte del gruppo Stato islamico in Siria, la provincia nordorientale di Raqqa.
Lo ha reso noto l'Osservatorio siriano per i diritti umani, facendo notare che i curdi hanno un grande slancio grazie alla riconquista di Kobane e di 2mila chilometri quadrati di campagne nei suoi dintorni. Le Unità di protezione del popolo curdo (Ypg) possono contare sul sostegno della Brigata dei rivoluzionari di Raqqa, che segue il Libero esercito siriano.
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