Siria, lo Stato islamico testa un nuovo tipo di autobomba

Lo Stato islamico mostra un VBIED blindato ed armato con 28 mine anticarro

Siria, lo Stato islamico testa un nuovo tipo di autobomba

Nel secondo episodio di Assaults of the Monotheists diffuso sulla rete poche ore fa, lo Stato islamico mostra in video un’autobomba utilizzata in Siria con una configurazione abbastanza inusuale.

Stato islamico: Assaults of the Monotheists 2

Il secondo episodio di Assaults of the Monotheists ha una durata complessiva di 17 minuti. Così come il primo video diffuso il 23 ottobre scorso, anche il secondo è ambientato in Siria: Si tratta di un produzione ufficiale dello Stato islamico con scene tratte dal campo di battaglia sebbene molte siano orchestrate. Il sistema d’arma improvvisato su ruote compare al settimo minuto. A differenza degli altri VBIED mostrati nel dettaglio nel corso degli anni, lo Stato islamico dedica pochissimi secondi al mezzo, velocizzando volutamente il video. Gli screenshot estrapolati ci consentono alcune riflessioni sul tipo di autobomba filmata in Siria.

VBIED di livello III

Con il termine VBIED, acronimo per Vehicle Borne Improvised Explosive Device, intendiamo tecnicamente un Ordigno Esplosivo Improvvisato su un mezzo ruotato. Ogni veicolo può essere riconvertito in VBIED. La differenza principale tra VBIED e SVBIED è il modo in cui vengono impiegati tatticamente sul campo di battaglia. A causa della sua staticità un VBIED è raramente utilizzato negli scontri attivi. In un SVBIED la presenza di un conducente gli conferisce la capacità di scegliere il bersaglio in contesti offensivi. Le operazioni VBIED funzionano come un più grande IED statico, mentre quelle SVBIED sono più adatte per operazioni offensive. La minaccia VBIED di livello III è localizzata nell’area Medio orientale: A centinai i veicoli di livello III utilizzati dallo Stato islamico. L’ultima naturale evoluzione dell’autobomba è caratterizzata dalla blindatura esterna del mezzo concepita per aumentare le probabilità di sopravvivenza e raggiungere il bersaglio. Il veicolo blindato è progettato per superare le barriere difensive attive e passive e raggiungere infrastrutture di elevato valore. La loro sopravvivenza è nettamente superiore ai mezzi di livello II poiché concepita per la protezione balistica contro le armi in dotazione fino al 7,62 mm ed in alcuni casi anche fino al calibro ‘50. Un dispositivo di livello III garantirebbe anche di moltiplicare gli effetti IED standard, qualora venisse associato all’ordigno esplosivo improvvisato un carico infiammabile all’interno del mezzo.

Stato islamico: La blindatura dei VBIED

Dopo aver conquistato le principali città dell’Iraq e della Siria, lo Stato islamico ha avuto accesso ad infrastrutture e risorse per produrre VBIED su larga scala. I progetti sono stati affinati in base alle lezioni apprese sul campo di battaglia, alle esigenze contestuali ed alle mutate tattiche nemiche. L'intero processo di sviluppo ed i test sul campo dei VBIED sono stati ampiamente documentati dalla propaganda dello Stato Islamico. Il mezzo mostrato in Assaults of the Monotheists è tecnicamente un VBIED di livello III: Si tratta di un mezzo a quattro ruote ad uso civile con l’intera sezione anteriore frontale blindata con lastre di acciaio saldate sulla carrozzeria del veicolo. Lo scopo principale dell'armatura improvvisata è quello di proteggere le parti vitali del mezzo ed il conducente così da raggiungere l’area bersaglio ed innescare la sequenza esplosiva. La blindatura del mezzo è concepita anche per proteggere il carico utile interno, solitamente riposto in contenitori di plastica o metallo e poi cablati. In alcune particolari configurazioni il VBIED è equipaggiato con sistemi pesanti di derivazione bellica come mine anticarro, granate, proiettili di artiglieria e missili. Appare evidente che ad una maggiore blindatura del mezzo dovrà corrispondere un superiore quantitativo di esplosivo in grado di sfondare la corazza del veicolo.

Il VBIED di Assaults of the Monotheists: Perché è diverso dagli altri?

Alcuni accorgimenti sul VBIED mostrato nel secondo episodio di Assaults of the Monotheists provengono direttamente dalle lezioni che lo Stato islamico ha appreso negli anni sul campo di battaglia come la corazza inclinata. Si nota la griglia d’acciaio saldata nella sezione anteriore del mezzo concepita per prevenire il surriscaldamento del motore e garantire un flusso d’aria costante. Lastre d’acciaio sono state saldate sulle ruote a protezione dei colpi in entrata. Presente, infine, la piccola feritoia ricavata nell'armatura frontale per garantire al conducente del mezzo una visuale ottimale. Si tratta di un design standardizzato per la produzione in serie. Il terrorismo è innovazione, adattamento. Il vero IED è la mente dell’uomo. Negli IED assume fondamentale importanza la preparazione specifica e la fantasia di colui che pensa e realizza l’ordigno. Il VBIED mostrato in Assaults of the Monotheists presenta delle inusuali caratteristiche. Sul veicolo sono state saldate delle strutture circolari in acciaio con diametro di circa 40 cm: Quattro installate nella sezione anteriore del veicolo (sopra il tetto), dodici nella sezione destra e dodici nella sezione sinistra. Potrebbero essere mine anticarro. Se così fosse il VBIED mostrato nel video sarebbe armato con 28 mine anticarro con raggio di copertura di 180 gradi. Abbiamo già visto in passato una configurazione simile nella sezione anteriore del mezzo, ma quella mostrata nell’ultimo episodio di Assault of the Monotheists è abbastanza inusuale. Una configurazione eccezionalmente pesante considerando le risorse impiegate (da 140 a 280 kg di esplosivo in base al tipo di mina anticarro utilizzata).

Quelle 28 mine anticarro

Il VBIED di livello III filmato in Assault of the Monotheists impone alcune riflessioni. Intanto la sua configurazione. Il carico utile non è protetto all’interno, ma è stato installato all’esterno del mezzo. Divelti anche i due sportelli posteriori del mezzo: Ciò significa che le mine anticarro potrebbero essere colpite dal fuoco nemico ed esplodere prima che il mezzo raggiunga l’effettiva area bersaglio. Tale configurazione potrebbe essere utile per attacchi immediati a corto raggio a causa del suo scarso livello di sopravvivenza a brevissimo termine in contesto ostile. Ci si chiede poi quale tipo di bersaglio richieda tale specifica configurazione. Il VBIED potrebbe essere lanciato tra due convogli pesanti sbucando da una posizione di sicurezza posta nelle immediate vicinanze. In una diversa modalità di attacco il VBIED potrebbe essere coperto e parcheggiato in un punto strategico agendo in tal modo come un mezzo occultato. In effetti nella sezione posteriore del veicolo mostrato nel video si nota un telo. Ipotesi in realtà: lo Stato islamico non mostra il bersaglio colpito dal VBIED, ma soltanto una colonna di fumo che si alza nelle immediate vicinanze. In effetti non sappiamo nemmeno se il mezzo sia stato realmente utilizzato in battaglia. Infine anche il tipo di innesco. Nel video è immortalato il conducente del mezzo: Sul cruscotto sembrerebbe essere visibile una sorta di meccanismo per l’attivazione dei sistemi esplosivi trasportati. Escluso il meccanismo a pressione, si potrebbe ipotizzare anche una detonazione magnetica, tipica per le mine anticarro, lasciando inalterata la modalità di innesco. Quest’ultima, però, non garantirebbe una completa sequenza di attivazione per tutti i sistemi esplosivi trasportati.

E’ alquanto improbabile che un VBIED di livello III come quello mostrato poche ore fa dallo Stato islamico possa essere utilizzato in un contesto urbano occidentale. I sistemi di derivazione bellica sono ampiamente disponibili nelle aree di crisi come ad esempio Iraq, Siria, Afghanistan e Libia, ma praticamente inesistenti in Occidente. Tuttavia non bisogna dimenticare che è il contesto a plasmare le tattiche, le procedure e le tecniche assimilate negli anni. L’apprendimento sul campo avviene in risposta alle necessità strategiche piuttosto che a fattori organizzativi. La minaccia dinamica impone una costante rivalutazione dei protocolli di controllo ed accesso e la conseguente dotazione specifica di difesa.

Scenari che impongono una rivalutazione dei protocolli di risposta armata nell’equazione difensiva. L’equazione di un attentato è sempre dinamica. Da rilevare, infine, che nella letteratura pubblica jihadista immessa sulla rete, tale configurazione non è stata mai suggerita.

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