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Svezia, sì al velo ma passamontagna bandito. E gli ultrà protestano col niqab

I tifosi svedesi hanno protestato contro una legge che vieta il passamontagna o il volto coperto negli stadi, ma non il niqab

Svezia, sì al velo ma passamontagna bandito.  E gli ultrà protestano col niqab

È evidente che in Svezia si tema di più un tifoso che va allo stadio - rinchiuso in uno spicchio di settore - per supportare la sua squadra che una persona dal volto totalmente coperto dal velo. Ed è questo il motivo della particolare protesta dei tifosi svedesi dell'Aik, Allmänna Idrottsklubben Fotboll, squadra della città di Solna.

La protesta dei tifosi

Una massa di volti senza identità ha invaso la curca dell'Aik, in Svezia. Sono gli ultrà locali che protestano contro una legge emanata a marzo che bandisce maschere o passamontagna all'interno degli stadi. Una manovra preventiva,comprensibile e condivisibile per la sicurezza pubblica. Ma non è chiaro perché la legge garantisca di indossare il velo integrarle islamico in nome della libertà religiosa. Se il pericolo del volto coperto va scongiurato negli stadi perché non farlo proprio con tutti? Perché fare una distinzione tra tifosi e tifosi?

I supporter svedesi hanno così scelto di presentarsi in curva totalmente velati. Non solo, è stato anche esposto uno striscione contro il ministro dell’Interno Anders Ygeman, tra i promotori della legge entrata in vigore il 1° marzo: "Gli Ultras dell’Aik hanno buone intenzioni: ora usiamo maschere per motivi religiosi. Il nostro obbiettivo finale è la libertà per gli ultras, grazie Ygeman per la scappatoia". Fatta la legge e trovato l'inganno, ci verrebbe da dire. Il ministro però non è sembrato colpito anzi, ha ammesso: "Francamente, credo che lo striscione sia abbastanza divertente. Ciò dimostra che i tifosi dell’AIK hanno un senso dell’umorismo".

Battute a parte.

È giusto tutelarsi dal tifo violento, ma di certo la sicurezza pubblica andrebbe messa prima, non favorendo un velo islamico che di fatto è uguale a un passamontagna.

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