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Usa 2016, Rand Paul si ritira dalla corsa

Passo indietro del senatore del Kentucky, esponente di punta del movimento libertarian in seno al partito repubblicano. Dopo aver preso il 4,5% nei caucus dell'Iowa, i sondaggi del New Hampshire lo davano a meno del 5%

Usa 2016, Rand Paul si ritira dalla corsa

Un altro candidato si ritira dalla corsa delle primarie. Dopo Mike Huckabee è la volta del senatore del Kentucky Rand Paul. Esponente di punta dell'ala libertaria del partito repubblicano, nei caucus dell'Iowa Paul ha preso il 4,5% dei voti, pari a 8.481 preferenze. Non molti rispetto ai 51.666 (27,6%) che hanno permesso a Ted Cruz di vincere nei caucus, o ai 45.427 (27,3%) presi da Trump, arrivato secondo. Ma più di quelli che ha preso Jeb Bush, fermatosi ad un misero 2,8% (5.238 voti) o altri candidati che ancora sono in corsa (Carly Fiorina, John Kasich, Chris Christie, Rick Santorum. Il caso più clamoroso è quello di Jim Gilmore, che in Iowa ha preso appena 12 preferenze, un numero che probabilmente non gli avrebbe permesso neanche di diventare rappresentante di classe nella scuola di suo figlio.

"Oggi finisco dove avevo iniziato - ha detto Paul - pronto e desideroso di battermi per la libertà". Figlio di Ron Paul, storico esponente libertario e più volte candidato alla Casa Bianca, il senatore del Kentucky nel New Hampshire, dove si vota martedì prossimo, dai sondaggi era dato a meno del 5%. Probabilmente anche questo deve averlo indotto a farsi da parte, insieme ad altri due fattori. Il primo è di carattere economico (e vale per tutti i candidati): più si va avanti con la campagna elettorale e più si alzano i costi per tenere in piedi le strutture. Ovviamente a risponderne in prima persona sono i candidati. In secondo luogo c'è una considerazione di carattere politico: Paul ha semplicemente preso atto di non godere di un grande appeal presso l'elettorato vicino ai Tea Party, che ormai gli preferiscono Ted Cruz.

Cinquantatre anni, oculista, il motto di Rand Paul era questo: "Sconfiggere la macchina burocratica di Washington, liberare il sogno americano". Sferrava colpi a destra e a sinistra, senza timori reverenziali. Neanche quando difendeva, fieramente, il proprio anti interventismo in politica estera, in nome di una visione libertaria che, contro tutte le guerre, avrebbe posto gli Usa in una posizione di puro isolazionismo. Per certi versi era addirittura più a sinistra dello stesso Obama.

Ovviamente solo in politica estera, perché in tema di tasse e di presenza dello Stato nella società Paul è sempre stato e continuerà ad essere un liberale a 360 gradi.

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