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Prime "purghe" di Trump: via il capo della Difesa

Trump sostituisce Mark Esper, che non è più il segretario della Difesa. La mossa era ventilata da tempo. Intanto The Donald prosegue con i ricorsi

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Donald Trump, che al netto degli annunci della Cnn e degli altri media sull'immenente elezione di Joe Biden, che può considerarsi il presidente eletto, è ancora in carica, ha silurato Mark Esper. L'alto funzionario ricopriva l'incarico di capo del Pentagono in qualità di segretario della Difesa. La voce sul siluramento di Esper era iniziata a circolare sin dai giorni successivi all'inizio dello spoglio elettorale per le elezioni presidenziali del 2020.

Trump, com'è spesso capitato nel corso di questo mandato, ha comunicato la novità via Twitter, scrivendo quanto segue: "Sono felice di annunciare che Christopher C. Miller, l'altamente rispettato direttore del centro nazionale del Controterrorismo (confermato in Senato all'unanimità) sarà segretario alla Difesa facente funzioni, con effetto immediato. Chris farà un GRANDE lavoro. Mark Esper ha terminato. Voglio ringraziarlo per il suo servizio". Miller diviene così il nuovo vertice del Pentagono, ma non è affatto detto che l'amministrazione Biden, nel momento in cui dovesse insediarsi, evento però davvero molto probabile alla luce dei risultati emersi, non dia vita ad uno spoils system in grado di modificare di nuovo gli equilibri interni.

Il tycoon, nel frattempo, ostenta tranquillità. I ricorsi sui presunti brogli dovrebbero essere presentati a partire dalla giornata di oggi. Questa che è iniziata è la settimana chiave per comprendere se e quanto seguito produrranno le vie legali intraprese dagli avvocati del presidente in carica. La cosa potrebbe esplodere oppure tramutarsi in un nulla di fatto: dipende essenzialmente dalle "prove" che verranno presentate. Sempre che delle "prove" della "frode" che Trump ventila per ora a mazzo social esistano. In questa fase, Joe Biden e Kamala Harris hanno già avviato quella che in gergo si chiama "transizone". Un passaggio obbligato che però, per tradizione, passa pure dall'accettazione della sconfitta da parte dell'avversario. Accettazione che - com'è noto ai più - non è ancora arrivata.

La novità di giornata riguarda allora il cambio della guardia al Pentagono, ma sembra di poter dire che le relazioni tra Trump ed Esper - come rimarcato peraltro dall'agenzia Radiocor - non fossero idilliaci da tempo. Si chiude insomma una partita che, nella stanza ovale, potrebbe essere già iniziata ben prima dell'esito elettorale. Il presidente vuole di sicuro dimostrare non solo di essere in carica, ma anche di essere attivo sul piano esecutivo: oggi The Donald ha plaudito alla notizia riguardante l'efficacia di uno dei vaccini che vengono sperimentati nel mondo.

Queste sono ore complesse per la storia degli Stati Uniti: il fatto che le elezioni terminino senza un vincitore accettato pure dalla controparte è un fatto più unico che raro. E l'opinione pubblica si sta dividendo sull'atteggiamento di Trump. Chi pensava che la sua famiglia lo stesse per abbandonare, invece, insistendo affinché non desse vita alla battaglia legale che Trump ha annunciato, è stato in qualche modo smentito dalle prese di posizione di Melania ed Ivanka Trump, che sempre a mezzo social hanno chiesto di difendere la democrazia americana, procedendo con il contare solamente i "voti legali". Sono gli stessi toni utilizzati da Trump in queste ore.

In attesa delle varie pronunce, intanto, Trump ha optato per la mossa che riguarda il segretario della Difesa: un sassolino tolto dalla scarpa, una resa dei conti o un'opzione messa in campo nella speranza di poter continuare a dimorare nella Casa Bianca.

Difficile interpretare la mossa, ma Trump ha ancora la possibilità di decidere più di qualcosa.

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