Roma«Ha perso lo sport». Il dirigente Giampaolo Montali è stato il primo a commentare Lazio-Inter di ieri sera. «Mai pensavo che i miei occhi potessero vedere quello che hanno visto», ha detto Montali pochi minuti dopo la fine del match. «Credo che anche lInter e il suo allenatore siano stati in palese imbarazzo. La squadra milanese non centra, non ha perso solo la Lazio, ma lo sport e in particolare il nostro calcio».
Una reazione dura che si è aggiunta alla parola dordine di giornata: non mollare. «Ci siamo e ci saremo fino alla fine» è il messaggio allInter di Francesco Totti che al Tardini - campo tradizionalmente amico, quattro vittorie consecutive negli ultimi anni - è tornato in grande spolvero: un gol e lassist a Taddei, con il brasiliano che ha potuto così festeggiare al meglio le 200 partite in A. Il Parma è la squadra che più esalta Totti: il cucchiaio riproposto dopo 523 giorni (lultima volta a Lecce il 23 novembre 2008) è il 14° sigillo ai gialloblù, il dodicesimo stagionale (con appena ventuno partite giocate, 19 da titolare) e il 190° gol in serie A (raggiunto Hamrin al sesto posto della classifica di tutti i tempi). È lunico giocatore in attività nell'olimpo dei bomber ed è lunico ad avere segnato tutte le sue reti con la stessa maglia. «Quando il capitano gioca con quel sorriso sulle labbra, fa delle cose straordinarie», ha commentato Montali. Difficile dargli torto.
Ma proprio lazione del gol di Totti ha aperto le polemiche di un match che il Parma non avrebbe meritato di perdere. Anche se nemmeno le moviole hanno fatto chiarezza sul presunto stop sospetto del numero dieci giallorosso. «Era regolare, altro che mano, ho preso il pallone con il collo e la spalla», ha ribadito Totti sul suo sito. «Quello che si dice a Parma nasce e finisce oggi, altrove dura per anni... - lattacco al veleno del dg emiliano Leonardi, romano e tifoso laziale, come lui stesso ricorda più volte -. Ha giocato solo una squadra, domandatevi perché è finita così... La direzione di Rocchi? Non è facile fare larbitro, il problema è il clima di tensione che accompagna certe partite. Tutto nasce dalla cultura del sospetto e il problema parte dalla comunicazione, dagli articoli dei media».
Guidolin ha provato a smorzare i toni («abbiamo regalato un gol a una squadra come la Roma e recuperare non era facile, non raccogliamo nonostante grandi prestazioni») anche se, durante la partita, ha avuto un confronto duro con alcuni tifosi giallorossi sistemati dietro la sua panchina. «Ci avevano offesi a casa nostra, io ho solo difeso me, la squadra e la città», ha precisato lallenatore veneto.
Ma al di là delle polemiche, la reazione della Roma al ko con la Samp è stata positiva anche perchè il Parma, squadra senza alcuna prospettiva in campionato, ha giocato molto motivata. Ranieri è stato bravo a ricompattare lo spogliatoio, dopo luno-due subito da Pazzini. Daltronde, una prima scossa laveva già data domenica dopo il match: «Chi ci crede, sta con me, chi si vuole arrendere resti a casa». Indicando la strada per ricaricare le «batterie» psicologiche.
Due partite al traguardo, lultima parte di un rettilineo che parrebbe senza ostacoli, arbitro della contesa con i nerazzurri quel Chievo che ieri non ha fatto certo regali al Napoli, anche se poi ha dovuto cedere i tre punti. Ma prima cè il succoso antipasto della Coppa Italia. Ranieri ha una voglia matta di impedire lo storico triplete al «nemico» Mourinho e far diventare un vero e proprio «boomerang» dialettico quello zeru tituli rivolto dal tecnico dellInter al club giallorosso e ai cugini del Milan. Daltronde lallenatore di San Saba gioca la finale in casa e mettere un trofeo in bacheca è sempre una soddisfazione. Poi la Roma vuole cucire sulla maglia giallorossa la stella dargento, ovvero il simbolo della vittoria di dieci edizioni della coppa nazionale, impresa mai riuscita a nessuna squadra.
Ranieri recupererà uno degli ex più attesi, il cileno Pizarro, risparmiato al Tardini per un fastidio al ginocchio. Ieri era in campo, lallarme sembra rientrato. E in una partita così importante, la presenza del «Pek», metronomo del centrocampo giallorosso, è indispensabile.
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