Montezemolo a Berlusconi: "Bene su straordinari e premi"

Il leader di Confindustria: "Ho registrato con soddisfazione le parole del Cavaliere su detassazione degli straordinari e dei premi aziendali. L'obiettivo è la crescita"

Montezemolo a Berlusconi: 
"Bene su straordinari e premi"

Roma - "Ho registrato con soddisfazione le parole di Silvio Berlusconi quando ha parlato di detassazione degli straordinari e dei premi aziendali, in linea con quello che è già stato deciso e su cui noi avevamo molto spinto in occasione del protocollo del welfare". Ad affermarlo è il presidente di Confindustria Luca Cordero di Montezemolo, commentando la puntata in onda ieri sera di Porta a Porta. "Però - ha aggiunto Montezemolo - bisogna andare oltre: la detassazione deve riguardare anche i lavoratori, su straordinari e premi, per aumentare il loro potere d’acquisto e per dare alle aziende ancora più possibilità di migliorare produttività e flessibilità".

Meno spazio agli slogan Nell’imminente campagna elettorale c’è la necessità, sottolinea Montezemolo, di dare "meno spazio agli slogan e più ai problemi reali con cui cittadini, famiglie e imprese si confrontano ogni giorno".

Aumenti salariali "È importante che si prenda definitivamente atto che il lavoro dipendente è oggi quello più penalizzato. Però bisogna stare attenti, quando si parla di denaro pubblico, a legare gli aumenti ad una crescita della produttività. Se non cresce la produttività rischiamo solo di fare operazioni elettorali e mettere ancora più in crisi i nostri conti e l’economia". Per questo, ha aggiunto il numero uno di viale dell’Astronomia, "bisogna che spingiamo sulla crescita e mi fa piacere di aver registrato queste opinioni dal presidente Berlusconi".

Obiettivo la crescita La crescita è la priorità del paese, un tema che deve essere al centro dei programmi dei partiti. È questo l’auspico del presidente di Confindustria. "Mi sembra che si stia prendendo atto che la riforma dello stato e l’economia sono i due temi più importanti per i cittadini - dice in una nota - la riforma dello stato perché significa per i cittadini avere uno stato che funziona, e per l’economia non serve spiegare il perché. La crescita è il tema numero uno: le previsioni internazionali e nazionali per il 2008 ci preoccupano.

E per questo noi abbiamo definito la crescita il vero bene comune. Se non c’è crescita - aggiunge - non c’è possibilità di avere risorse per diminuire il debito pubblico per avere più investimenti pubblici, infrastrutture, spesa sociale, solidarietà, ricerca e istruzione".

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