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Montezemolo: il sindacato non difende gli operai

L'ultimo intervento da leader di Confindustria con un duro attacco ai "professionisti" del veto. "Chi lavora è più vicino a noi. Giusto detassare gli straordinari". Lo sconto sugli straordinari? Uno stipendio in più

Montezemolo: il sindacato non difende gli operai

Roma - Luca di Montezemolo saluta la Confindustria, dopo quattro anni di presidenza, pronunciando un durissimo attacco ai sindacati. A Torino - davanti alla platea di imprenditori riunita al Lingotto per il passaggio delle consegne a Emma Marcegaglia - il presidente della Fiat parte in quarta: «Il risultato delle elezioni conferma quanto diciamo da tempo: i lavoratori non si sentono rappresentati da forze politiche e sociali incapaci di dare risposte vere ai loro problemi concreti. E sono molto più vicini alle nostre posizioni che non a quelle dei sindacalisti».

Per quattro anni Montezemolo ha dovuto contenersi, le convenienze e il ruolo l’imponevano. Ora si scaglia contro i «professionisti del veto», che difendono la loro casta dietro la trincea di negoziati infiniti. «Il sindacato si confronti col mondo reale - dice - rinunciando a pratiche vecchie come gli scioperi rituali e inutili che accompagnano i rinnovi dei contratti». In quattro anni, ricorda, i sindacati non hanno raggiunto un accordo «non con noi, ma fra di loro». Ad esempio, sulla riforma del modello contrattuale. «Bisogna cambiare le regole del gioco - gli fa eco l’amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne -: l’ultimo contratto nazionale è un esempio di come non fare le cose».

Montezemolo apprezza la decisione, annunciata da Silvio Berlusconi, di presentare al primo Consiglio dei ministri un provvedimento per detassare gli straordinari, che va «nella giusta direzione». Ma il consenso è, più in generale, rivolto al programma della coalizione vincente, che contiene numerosi riferimenti al «decalogo» confindustriale. Al contrario alcuni atti del governo Prodi sono stati «disastrosi», come l’indulto. E le urne hanno sancito la «pesantissima sconfitta» delle forze anti-impresa, in primis la Sinistra arcobaleno.

Lasciando la guida degli industriali, Montezemolo invoca una «operazione verità», e non solo sull’economia del Paese. «Non c’è alternativa - osserva - a una grande stagione di riforme». Meno tasse, macchina statale più leggera, liberalizzazioni. Per quanto riguarda Confindustria, sarà Emma Marcegaglia a gestire la nuova stagione. «Ci metterò tutta l’anima tutte le mie capacità», promette. Al presidente uscente, applausi e il riconoscimento di Fedele Confalonieri: «È stato una bussola per il sistema imprenditoriale». Al contrario, i sindacati restano sorpresi, negativamente, dal saluto di Montezemolo.

«Il suo è un attacco ingeneroso e populista: così fa il gioco di chi non vuol cambiare nulla», replica il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni.

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