Prato - "Voglio dirvi chiaramente, con il massimo rispetto verso le persone che hanno fatto il mio nome, che il mestiere di imprenditore e di manager che mi ha regalato tanti soddisfazioni, continua ad essere il punto di riferimento della mia vita professionale". Così il presidente di Confindustria, Luca Cordero di Montezemolo intervenendo a Prato al convegno 'Manifatturiero: industria del futuro' allontana per il momento le voci che lo vorrebbero scendere in campo con un impegno in politica. Niente discesa in campo (ma non si sà se è solo un rinvio o una decisione definitiva, la sua). Che poi sulla riforma del welfare lancia un messaggio al governo: "Approvare una norma che non rispetti fedelmente il Protocollo vuol dire uccidere per sempre consapevolmente la concertazione".
"I partiti non sono l'unico mezzo per fare politica" La politica che "piace" a Montezemolo e la sola che "continuerà a fare", è quella di modernizzare i rapporti tra lavoratori ed aziende; di assistere migliaia di pmi sui mercati difficili e lontani; di spingere con forza il merito e la concorrenza; e di portare il dibattito pubblico sui problemi concreti del paese, dalla giustizia alla sicurezza, dall'innovazione alla cultura del rischio. Purtroppo invece, ha continuato il leader degli industriali, "l'Italia non è governata da troppi anni" e talvolta "pare di assistere ad un film di fantascienza dove importanti protagonisti del mondo politico degli ultimi dieci anni sembrano marziani appena arrivati in Italia da una galassia lontana e si trovano a commentare fatti di un mondo distante e sconosciuto". Nella politica italiana, ha continuato ancora Montezemolo, "la colpa è sempre di qualcun altro o di qualcos'altro, di quello che c'era prima o di quello che è accaduto altrove". Il rischio secondo Montezemolo è quello quindi di "un'altra lunga stagione di immobilismo nelle decisioni, una stagione dove tutto cambia in apparenza ma nulla cambia nella sostanza. Non è solo di nuove formule elettorali, nuovi partiti, nuovi slogan che può vivere l'Italia".
"Non dividere imprese e dipendenti" "Non fa bene al paese chi cerca di dividere le imprese dai propri dipendenti e noi non lasceremo che questo accada", ha aggiunto alla vigilia del primo incontro tra imprese e sindacati. "Il paese che produce e lavora - ha aggiunto - il paese che rema, non ne può più di discussioni interminabili, vecchi riti, decisioni rimandate, divisioni incomprensibili. L'interesse dei lavoratori e quello degli imprenditori è di avere retribuzioni più alte a fronte di maggiore produttività. Premiare chi merita - ha concluso - è un fondamentale principio di giustizia".
"Sul welfare in gioco la credibilità di Prodi" "Su questa vicenda è in gioco la credibilita del governo". Lo ha detto il presidente di Confindustria, Luca di Montezemolo oggi a Prato. "Noi imprenditori non ne possiamo più di questo modo di affrontare questioni fondamentali per il paese", ha aggiunto Montezemolo riferendosi al Protocollo del Welfare, dove "ancora una volta forze politiche che fanno parte del governo che ha promosso questo importante accordo cercano dal giorno dopo di metterlo in discussione". Gli industriali, ha aggiunto, hanno "il massimo rispetto delle prerogative del Parlamento", ma la politica non deve "prendere in giro" nessuno. La richiesta chiara e forte del rispetto del testo del 23 luglio dunque - ha concluso - "vuole essere un messaggio chiaro per tutte le forze che sostengono il Governo: su questa vicenda è in gioco la vostra credibilita".
"Cambiare la legge elettorale atto dovuto" Il cambiamento della legge elettorale è un atto largamente dovuto, per il quale si è perso anche troppo tempo", Montezemolo dice la sua sull'altra grende riforma che vede impegnati i Poli in un confronto serrato. "Vediamo con soddisfazione - ha aggiunto - i tenui segnali di dialogo che si colgono nel paese. La politica italiana sembra voler affrontare finalmente almeno la questione della legge elettorale. Era ora".
Definendo la legge elettorale con cui gli italiani hanno votato nel 2006 "assurda", Montezemolo ha affermato che quel metodo "ci ha privato anche della possibilità di scegliere chi mandare in Parlamento. Una legge che non ho mai sentito difendere da nessuno e a giudicare dal coro unanime di critiche che si è attirata avrebbe dovuto essere cambiata fin dal giorno dopo il voto".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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