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Monza contro Ecclestone: «Questo Gp sta morendo»

Jacopo Casoni

da Monza

Durante la conferenza stampa di presentazione del 76° Gran Premio d’Italia, il presidente dell’autodromo di Monza, Claudio Viganò, attacca Bernie Ecclestone e il regolamento del campionato del Mondo di F1. «Il sistema delle prove, con il giro singolo, non può durare. La gente vuole vedere tutte le macchine in pista, insieme». Viganò ci pensa su un attimo e poi affonda ancora. «Qui non servono soluzioni tampone, c’è bisogno di un cambiamento radicale. Non si può pensare di curare un’infezione grave con un’aspirina».
Per passare ai freddi numeri, il direttore del circuito, Enrico Ferrari, ne snocciola qualcuno. «Il record di spettatori risale al 2000 ed è di 160mila. Nel 2004 siamo scesi a 117mila, e per quest’anno registriamo, al momento, un ulteriore calo del 15%». Un tracollo che, insieme allo scarso appeal televisivo, sta spingendo Ecclestone a rivedere le regole del gioco. «Sì, ma si parla del 2008 - interviene Viganò - E se cambiamo tra tre anni, qui facciamo in tempo a morire».
Oltretutto, la crisi della Ferrari non aiuta di certo. Ormai, i mondiali sono un miraggio e la rassegnazione di Schumacher rende l’idea del clima pre-rivoluzione che si è creato a Maranello. «A Monza - ha dichiarato il pilota tedesco - di solito arrivavamo da campioni virtuali. Stavolta non so se potremo puntare a un piazzamento sul podio. Possiamo andare a punti».

Non un traguardo che possa infiammare i tifosi della Rossa e attrarre il pubblico dell’ultim’ora in quel di Monza, insomma.

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