Dice che è serena e tranquilla. «Orgogliosa dellattività di riorganizzazione compiuta. Che rifarei oggi tale e quale». Attorno gli assessori, schierati sui banchi i consiglieri. «Imitando il sindaco, dico che anchio sono orgoglioso di quello che ho fatto. E che rifarei tutto». Lei è Letizia Moratti, il sindaco convocato ieri nellaula di Palazzo Marino per una relazione sullinchiesta aperta dalla Procura. Lui è Basilio Rizzo, il capogruppo della Lista Fo dai cui esposti sono partite le indagini della Corte dei conti e dei pm milanesi. Il bianco e il nero non diventano grigio. E ognuno prosegue per la sua strada. «Ho piena fiducia e stima nei dirigenti inquisiti - scorre lei le righe del discorso preparato con la solita cura maniacale -. E sono certa che potranno proseguire il loro lavoro con immutata dedizione e passione, nellattesa di una positiva conclusione delle indagini. Sono altrettanto orgogliosa della trasparenza con la quale abbiamo costantemente comunicato al consiglio e alla città la nostra attività». Poco convinto Rizzo. «Non si invochi il segreto istruttorio - attacca -. È ridicolo perché se le cose sono avvenute, se ne può parlare. La verità è che non si vuole rispondere. E se si invoca la trasparenza, come ha fatto il sindaco, mi si dica perché è così difficile ottenere i documenti e le cifre che ho ripetutamente chiesto». Fa di conto la Moratti. «La riorganizzazione - assicura - ha portato a realizzare significativi risparmi. Risorse di cui hanno beneficiato i cittadini». Si accalora. «Ogni euro risparmiato - sottolinea anche col tono di voce - è stato dedicato ai milanesi. E soprattutto a quelli più bisognosi. Grazie alla ristrutturazione abbiamo potuto investire 94 milioni di euro in più. Da aggiungere ai 48 milioni che lo Stato ci ha tolto. E tutto questo mantenendo, anzi aumentando i servizi. E, unico Comune in controtendenza, abbassando le tasse del 4,2 per cento». Dallaltra parte parole durissime. Quello introdotto con la riorganizzazione della macchina comunale, la sciabolata di Rizzo, «non è un modello innovativo, ma un modello vecchio e padronale, da padrone delle ferriere che vuole educare il personale imponendo la fedeltà con la paura». Quanto agli «applausi che ho sentito dai consiglieri della maggioranza» al termine dellintervento del sindaco, conclude, «mi fanno tristezza: sono gli stessi che applaudivano Albertini che è così criticato dalla Moratti». Che non risparmia, ancora una volta, le critiche al suo predecessore. E rimette in campo «le criticità che questa amministrazione ha ereditato».
Il futuro? «Con la riorganizzazione e le nomine di nuovi dirigenti, comincia un cambiamento significativo rispetto al passato». Sarà tutto scritto nelle «controdeduzioni» che il Comune presenterà venerdì alla Corte dei conti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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