Moratti: "Per attirare gli investimenti servono tasse su misura per Milano"

La proposta della Moratti: fare della città una "free zone" per le imprese che vogliono investire: "Dobbiamo rafforzare il rilancio dell’economia con tutti gli strumenti a nostra disposizione". Colombo (Assolombarda): "Necessario il federalismo fiscale". Il COMMENTO Puntiamo a una Regione a statuto speciale/di Carlo Maria Lomartire 

Moratti: "Per attirare gli investimenti 
servono tasse su misura per Milano"

La proposta fa discutere: trasformare Milano in una free zone fiscale per le imprese sia italiane che straniere che decidono di investire in città. Non un paradiso fiscale come il Brunei, ma pur sempre un’area privilegiata in cui la tassazione segue un regime leggero, una specie di porto franco. La proposta è stata lanciata dal sindaco Letizia Moratti, nel corso dell’assemblea del gruppo lombardo della Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro.
Un progetto in fase embrionale: «L’idea è che Milano, come motore dell’Italia e area economica forte, debba sentire la responsabilità di contribuire di più al rilancio dell’area, del territorio e del Paese. Ci piacerebbe farlo avendo strumenti che ci consentano di lavorare ancora meglio per il sostegno alle imprese».
La Moratti ha ricordato che Milano produce ogni anno lo stesso numero di brevetti di Boston, è la seconda città in Europa, dopo Londra, per investimenti in ricerca e sviluppo e infine con le sue duecentottantamila imprese costituisce il 10% del Pil italiano. In quest’ottica è arrivata la richiesta: «Una zona a fiscalità diversa sarebbe un incentivo a creare e attrarre imprese sul nostro territorio».
Le prime reazioni sono arrivate dai colleghi dell’Anci (l’associazione nazionale dei comuni italiani), in particolare dal presidente della sezione lombarda e sindaco di Varese, Attilio Fontana: «Se le città normali iniziano a scimmiottare Roma, non mi sembra proprio una buona idea, visto che noi sindaci stiamo duramente contestando i trattamenti di favore concessi a Roma». Fontana rimane però possibilista: «L’idea delle free zone è buona se è estesa al territorio della Regione, se è finalizzata a dare uno stimolo a tutta l’economia lombarda».
Il Pd milanese parla di «fumo negli occhi», il leghista Matteo Salvini apprezza ma teme che «Roma ci impedirà di realizzare il progetto». Prudente il segretario della Camera di commercio di Milano, Mario Chevallard: «La Zona franca è una proposta tutta da verificare. Oggi è importante rendere sempre più attrattiva Milano partendo dalle infrastrutture e accompagnare con efficacia le imprese straniere nel percorso di investimento». Chevallard rivendica i risultati già ottenuti dalla camera di commercio: «Attraverso la nostra azienda speciale Promos, abbiamo un servizio ad hoc "Invest in Milan", che sta ottenendo buoni risultati. Nei soli primi 5 mesi del 2010 abbiamo favorito l'investimento di sette imprese provenienti da Cina, Usa, Giappone, Francia e Svizzera: nell'arco del loro primo anno di attività creeranno 510 posti di lavoro».
La Moratti ha poi precisato il suo pensiero, sottolineando i possibili sviluppi futuri: «A Milano aprire nuove imprese è semplice, visto che da ottobre a maggio sono nate 11 mila nuove imprese in città. Ovviamente il tema non è quello di tenere chiusa la mia proposta su Milano, ma partire da Milano per una sua progressiva estensione a tutto il territorio della Lombardia».

L’obiettivo è inventare soluzioni nuove e creative per fronteggiare il momento di crisi: «Abbiamo bisogno di rafforzare con tutti gli strumenti possibili il rilancio della nostra economia. Il mio contributo progettuale ovviamente dovrà essere coltivato e condiviso nel modo più ampio, in modo da partire da Milano per una free zone che favorisca lo sviluppo».

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