Moratti cala il jolly Berlusconi per portare a casa il Pgt

Dopo un incontro ad Arcore, il premier Berlusconi si schiera a fianco del sindaco sul piano che ridisegna la città. E l’assessore Masseroli tenta il «patto dell’ananas» per convincere i colleghi riottosi a non bocciare il suo progetto

Moratti cala il jolly Berlusconi 
per portare a casa il Pgt

Un incontro «lungo ed affettuoso». Letizia Moratti ha raggiunto ieri il premier ad Arcore all’ora di pranzo. Al centro della conversazione tra il sindaco e Silvio Berlusconi, il Piano di governo del territorio su cui da ieri è iniziata in aula la battaglia dei 1.395 emendamenti. I consiglieri hanno fatto solo melina: a tre ore dall’inizio del dibattito ne erano stati discussi appena tre (e votati due, di nessun conto). Almeno, a metà seduta hanno stabilito di procedere per argomento e non in ordine sparso. Ostruzionismo dai banchi del Pd e della sinistra più radicale; attesa di un chiarimento all’interno del Pdl, visto che per capire le sorti del Pgt sarà decisivo l’incontro di oggi alle 12 tra la maggioranza e l’assessore all’Urbanistica Carlo Masseroli. Obiettivo, trovare un accordo su quali emendamenti il centrodestra non è disposto a cedere prima di aprire la trattativa con l’opposizione, che sarà necessaria se si vuol portare a casa il Piano in tempi brevi. Un messaggio in questo senso è arrivato da Berlusconi, visto che a fine incontro con il sindaco una nota di Palazzo Chigi ha confermato che la discussione si è concentrata proprio sul Pgt «in fase di adozione da parte del consiglio» e il presidente «che già conosceva il documento e ne aveva approvato in pieno il contenuto, ha riconfermato tutto il suo apprezzamento sul programma, augurandosi che possa essere adottato con tempestività». Parole, rimarca il sindaco, «più che sufficienti per indicare qual è la volontà di Berlusconi». Un richiamo all’ordine all’ala riottosa del partito? «Siamo in un’aula di un consiglio comunale, non scolastica - puntualizza la Moratti -, non credo ci sia bisogno di richiami». Certo, «è stato estremamente importante e significativo il messaggio che Berlusconi ha voluto dare dopo un ulteriore colloquio, nel quale abbiamo visto insieme gli elementi fondanti del piano, che peraltro già conosceva molto bene».
Tant’è, i nodi da sciogliere rimangono tanti, oggi toccherà a Masseroli provare a districarli. Ieri ha invitato a pranzo «Da Gennaro», vicino Palazzo Marino, i consiglieri del Pdl che hanno firmato gli emendamenti più pesanti o hanno manifestato in diversi casi perplessità su tempi e modi del Pgt. Ribattezzato il «patto dell’ananas», visto che a tavola per Fabio Altitonante, Fabrizio De Pasquale, Vincenzo Giudice e Armando Vagliati (in rappresentanza del capogruppo Giulio Gallera, che non ha potuto partecipare) c’erano solo antipasti e ananas. Ma «per ora c’era poco sul piatto, in tutti i sensi» ironizza De Pasquale. Sua la proposta di un mega-parco da 430mila metri quadri sull’area dell’ex scalo Farini, che ridurrebbe almeno del 15% la superficie che la società ferroviaria vuol mettere sul mercato immobiliare per uffici e residenze. «La mia proposta è accettabile, c’è chi chiede di destinarla tutta a verde - precisa De Pasquale -, ma sembra che non possiamo “potare” troppo i desideri delle ferrovie». «I tempi - sostiene invece Giudice - non sono così stretti, possiamo approvare il Pgt anche a fine marzo». Alberto Garocchio del Pdl ribadirà oggi alla riunione di maggioranza invece che «è la priorità, piuttosto facciamo slittare la votazione del bilancio da febbraio a marzo». E sul tunnel Garibaldi-Linate, che l’opposizione vuol provare a stralciare, «non si deve cedere, o anticipo che boccerò il Piano». Da chiarire una volta per tutte, riferisce Vagliati, «il nodo dell’housing sociale a Muggiano». Su quell’area la Provincia vuole realizzare 500 case a basso costo per le forze dell’ordine.

I nodi oggi vengono al pettine, l’esito della riunione si capirà (anche) dalle presenze in consiglio, visto che alle 15 suona la campanella e ci vogliono 31 presenti, undici più di ieri. Se in casa Pdl sarà trovata la quadra, cominceranno i segnali di fumo all’opposizione. «Ma il lavoro potrebbe essere lungo» ammette Gallera.

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