Moratti convinta a rallentare: «Sul ticket pausa di riflessione»

Il sindaco: «Tutto normale, è una fase nuova» Formigoni: «Prima potenziamo i mezzi pubblici»

Sabrina Cottone

«Anche a Londra all’inizio erano contrari. Abbiamo inaugurato una fase nuova, è logico e normale che ci sia una pausa di riflessione...». Letizia Moratti non fa drammi alla fine della lunga giornata in cui i partiti della sua maggioranza e il presidente della Regione, Roberto Formigoni, l’hanno convinta a cancellare il 19 febbraio dal calendario ambrosiano del ticket antismog. Gli incontri istituzionali e la consultazione dei cittadini, già partita su Internet, andranno avanti ad ampio raggio fino al 15 gennaio. Solo allora, dopo un nuovo vertice politico, si deciderà quando e come partire con la sperimentazione. Sintetizza Formigoni: «Possiamo dire che per il momento non c’è motivo di preoccuparsi. Discuteremo del provvedimento tutti insieme, una cabina di regia è stata convocata al Pirellone».
Insomma, nei prossimi mesi non se ne farà nulla e quando si agirà sarà di concerto tra Comune e Regione. Nel frattempo saranno potenziati ferrovie, autobus, metropolitane e tutto ciò che serve per entrare a Milano e a circolare senza bisogno dell’auto. «Siamo all’inizio di un percorso» sospira il sindaco. Una via crucis? è la domanda che le arriva al Museo Diocesano, dove si è trovata faccia a faccia con Formigoni. «Una via crucis? Buona questa, ma no...» incassa sorridendo la Moratti. Lei guarda al futuro e spera di potersi presentare all’incontro di metà gennaio con le carte in regola per andare all’incasso: «Ho preso l’impegno molto preciso di potenziare sin dall’inizio del 2007 il trasporto pubblico nell’area urbana e suburbana». È ottimista o almeno si sforza di esserlo: «Anche a Londra quando è partita la congestion charge è successa la stessa cosa. Ma se adesso chiedete ai cittadini londinesi esprimono solo apprezzamento».
Formigoni ieri ha parlato al telefono a lungo con il sindaco e tra oggi e domani i due si incontreranno di persona. Il governatore tiene a sottolineare che condivide lo spirito del provvedimento. «L’intento del Comune è meritorio, non vuole né punire né mettere una tassa ma combattere l’inquinamento e migliorare l’aria» dice, prima di far fioccare le obiezioni. Ovvero la necessità di «un’introduzione graduale», gestita «con una cabina di regia al Pirellone» e insieme al potenziamento del trasporto pubblico. «È ovvio che occorre preparare mezzi in più, in modo che i cittadini abbiano la possibilità di scegliere». Non un’imposizione, ma l’opportunità di decidere se usare l’auto (pagando) o preferire i mezzi pubblici (risparmiando).
Il presidente della Regione, l’uomo delle domeniche a piedi, è molto più aperto e possibilista dei partiti, animati dalla volontà di rimandare il più possibile nella speranza di far insabbiare il ticket, un po’ quel che era successo con Gabriele Albertini. La Moratti, rispetto all’ex sindaco, ha dalla sua l’arma del programma e intende usarla fino in fondo: «Non ho mai nascosto di voler introdurre il ticket antinquinamento, anzi l’ho molto evidenziato durante la campagna elettorale».
Così durante la riunione di maggioranza ha mostrato disappunto per le critiche arrivate dopo il vertice tra i segretari e fuori dalla sala della giunta. «Ho tenuto tutti bloccati fino alle nove per avere l’approvazione degli assessori, abbiamo valutato anche l’intervento di Bruno Simini» ha ricordato ieri. Quella sera solo l’assessore alle Infrastrutture aveva sollevato qualche obiezione. Nei giorni successivi è arrivata la bocciatura di Gianfranco Fini (e la parziale dissociazione dei vertici di Forza Italia) che ha riaperto le danze all’interno di An e non solo.

Al tema, comunque, Letizia Moratti ha dedicato solo gli ultimi dieci minuti del vertice coi partiti. Prima ha parlato di finanziaria, sicurezza, piano anti violenze e di Ballarò, dove è attesa per giovedì sera. Non di solo ticket vive Palazzo Marino.

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