È morto Wilson, il politologo che inventò la «tolleranza zero»

Il sociologo e politologo statunitense James Quinn Wilson, ispiratore della politica della «tolleranza zero» nell’America reaganiana, è morto a Boston all’età di 80 anni in seguito ad una leucemia. Professore di scienze politiche e sociologia per oltre vent’anni ad Harvard, si era poi trasferito all’Università della California di Los Angeles. Considerato uno degli intellettuali neoconservatori più influenti della teoria politica americana degli ultimi trent’anni, Wilson è stato il co-autore del famoso saggio Broken Windows (finestre rotte), pubblicato sulla rivista Atlantic nel 1982, che ispirò dal 1994 la teoria della «tolleranza zero» con cui Rudy Giuliani governò New York per combattere la criminalità diffusa. Wilson è stato uno studioso della moralità pubblica ed ha raccolto le sue riflessioni sul tema nel volume Il senso morale, tradotto in italiano nel 1996 dalle Edizioni di Comunità. Nel suo saggio Broken Windows scritto con George L. Kelling nel 1982, Wilson teorizzava la necessità di trasformare l’approccio della polizia nel punire le piccole trasgressioni in diverse città del nord America.

Secondo la teorizzazione di Wilson e Kelling, non punire piccole trasgressioni può generare fenomeni di emulazione che portano a spirali di violenza molto più gravi. Wilson si è occupato a lungo anche di bioetica ed è stato consulente per questi temi della Casa Bianca.

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