Un’escalation di violenza, una lunga scia di sangue che mette i potenti del mondo davanti all’urgenza di tentare ogni strada almeno per fermare, se non risolvere, il conflitto che sta lacerando la Siria. E, ancora una volta, la strada che si sta delineando all’orizzonte diplomatico sarà quella di tentare di «tamponare» disordini e attentati con l’invio dell’ennesima missione di peacekeeping mobilitando i caschi blu dell’Onu. Che, sono i fatti a parlare, purtroppo non sono mai riusciti a ottenere il reale «cessate il fuoco» in gran parte dei Paesi in subbuglio dove stati inviati. Come dimostrano i fallimenti delle missioni in Bosnia e Libano, che non hanno mai fermato le violenze. Vediamo di ricapitolare quanto è accaduto.
La Lega araba, al termine del proprio vertice, ha fatto appello al Consiglio di sicurezza perché «prenda una decisione per formare delle forze di mantenimento della pace arabo-Onu per controllare e mantenere il cessate il fuoco in Siria». E ieri, non senza suscitare sorpresa, il ministro degli Esteri russo Lavrov ha annunciato che Mosca sta esaminando la proposta della Lega.
«Noi studiamo questa iniziativa e speriamo che gli amici della Lega araba ci daranno spiegazioni di alcuni punti - ha spiegato il capo della diplomazia russa - perché per inviare una forza di mantenimento di pace, occorre l’autorizzazione della parte che la riceve e dobbiamo avere prima una pace rispettata, cioè occorre mettersi d’accordo sul cessate il fuoco». Aggiungendo che «il problema è che gruppi armati operanti contro la leadership siriana non sono subordinati a nessuno e non vengono controllati da nessuno». E se da Mosca è arrivata una prudente apertura ai caschi blu in Siria, non fa ben sperare l’immediata la reazione del governo di Damasco che «respinge categoricamente» il nuovo piano della Lega Araba perché la proposta «riflette l’isteria dei governi arabi».
Dal canto sua la Cina, tramite il portavoce del ministero degli Esteri, Liu Weimin, ha precisato che qualsiasi «azione delle Nazioni unite dovrà puntare a porre fine alle violenze nel paese, favorendo il dialogo politico, invece di rendere la questione più complicata». Sostegno per la Lega Araba è stato espresso dall’Unione europea e dal nostro Paese. «L’Italia continua a sostenere fortemente l’azione della Lega Araba per la ricerca di una soluzione pacifica e democratica alla crisi siriana», ha puntualizzato il titolare della Farnesina, Giulio Terzi mentre l’Alto rappresentante Ue per la Politica estera, Catherine Ashton, da Bruxelles ha fatto sapere che «il primo obiettivo della Ue è lo stop alla violenza e quindi il sostegno a qualsiasi iniziativa che possa aiutare a raggiungerlo, inclusa una forte presenza araba sul terreno in collaborazione con l’Onu, per raggiungere una soluzione pacifica della crisi siriana».
Ma il bollettino di guerra inesorabilmente ha segnato anche ieri altre vittime e altre violenze. «L’esercito siriano ha condotto attacchi indiscriminati in aree civili» della città di Homs, ha detto ieri l’Alto commissario dell’Onu per i diritti umani Navi Pillay, aggiungendo che «la crisi umanitaria in Siria peggiora ogni giorno e che i morti sono stati oltre 5.
400, ma da due mesi non è più possibile contarli». Nella riunione della Lega Araba è stato deciso di tenere il 24 febbraio il vertice dei «Friends of Syria», che riunirà tutti i Paesi interessati a porre fine alle violenze nella regione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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