Mosca, Luxuria e i radicali malmenati al Gay Pride

Finisce in un’aggressione il tentativo di celebrare la giornata degli omosessuali senza l’assenso del sindaco. Marco Cappato, un funzionario italiano del Parlamento europeo e un deputato verde tedesco sono finiti in cella per qualche ora

Mosca, Luxuria e i radicali 
malmenati al Gay Pride

Roma - Malmenati, arrestati, insultati e bersagliati da raffiche di uova marce. Vladimir Luxuria, il deputato di Rifondazione comunista, racconta la giornata di ordinaria follia vissuta a Mosca da un gruppo di italiani, parlamentari e non, che volevano prendere parte al Gay Pride organizzato senza l’autorizzazione del sindaco. Come già avvenuto lo scorso anno i promotori russi hanno deciso di scendere lo stesso in piazza ma la tentata manifestazione è finita in rissa e ha visto addirittura l’intervento delle forze speciali russe Omon. «La polizia - racconta Luxuria - rideva mentre gli ultranazionalisti ci tiravano le uova e ci spintonavano».

Luxuria comunque se l’è cavata con un controllo dei documenti da parte della polizia (visto che sui documenti è dichiarato il sesso maschile) e qualche uovo fra i capelli mentre l’europarlamentare radicale Marco Cappato è stato arrestato insieme a Ottavio Marzocchi, funzionario dell’Europarlamento. Con loro è finito in carcere il deputato verde tedesco Volker Beck. Tutti liberati dopo qualche ora. È andata peggio ai tre attivisti russi, tra cui l’organizzatore Nikolai Alekseev. Sono rimasti in cella e oggi verranno processati per resistenza a pubblico ufficiale, rischiando una condanna dai 10 ai 15 giorni.

L’idea era quella di celebrare l’anniversario della legalizzazione dell’omosessualità in Russia (1993), ma il sindaco di Mosca, Yuri Luzhkov, come già lo scorso anno, non aveva dato la sua autorizzazione. E non ci si poteva aspettare altro da chi qualche mese fa aveva definito il Gay Pride «opera di Satana». I manifestanti, compresi gli italiani, volevano consegnare a Luzhkov una lettera firmata da 40 europarlamentari per rivendicare il diritto a manifestare il proprio pensiero, come stabilito dall’articolo 11 della Convenzione Europea sui diritti umani sottoscritta anche dalla Russia.

Sotto gli uffici del sindaco, però, c’era una agguerrita pattuglia di ultra-ortodossi armati di uova insieme con naziskin, filo monarchici, nazionalisti e pure un paio di preti ortodossi. Lo stesso Cappato ha poi raccontato che alla sua richiesta di aiuto la polizia ha risposto arrestandolo. Aggrediti dai contromanifestanti, i radicali hanno chiesto l’intervento delle forze dell’ordine, ha spiegato Cappato: «Ho chiesto in inglese perché la polizia non ci difendesse. Tempo cinque secondi e sono stato trascinato via da agenti in tenuta antisommossa».

Cappato e Marzocchi sono stati rilasciati dopo qualche ora, grazie all’intervento diretto del console italiano Stefano Verrecchia. All’uscita hanno trovato di nuovo un gruppo di estremisti religiosi incitati a lanciare insulti e uova da un prete ortodosso.

Unanimi le condanne da parte dei politici italiani. Fabrizio Cicchitto, vicecoordinatore di Forza Italia, ha parlato di «un’inaccettabile azione da parte del governo russo». Franco Grillini, deputato ds e presidente onorario dell’Arcigay, ha annunciato un’interrogazione parlamentare al ministro degli Esteri, Massimo D’Alema. Il viceministro alla Farnesina Patrizia Sentinelli ha definito «gravissimo» il fermo di Luxuria e Cappato.

Il ministro Paolo Ferrero osserva che, in vista del G8, «sarebbe opportuno che si affrontasse e si discutesse il tema del rispetto dei diritti umani, a partire da quello di manifestare». I radicali hanno subito indetto manifestazioni di protesta di fronte alle ambasciate della Russia a Roma, Bruxelles e Gerusalemme.

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