Mourinho, chi non l’ama lo insegue In Spagna tentano d’accoltellarlo

Santo ed eroe lo era già, per sua stessa, modestissima ammissione. Ora è pure martire. L’ultimo aggiornamento su Josè Mourinho parla addirittura di un attentato. C’è una ferita da taglio, c’è sangue, c’è una strisciante paura. Per la verità sangue e ferita non sono esattamente sul corpo divino dello Special-one, ma piace - dispiace - pensare che sia lo stesso: il pericoloso delinquente ha colpito appena poco più in là, sulla guardia del corpo, che tra l’altro non se n’è nemmeno accorto subito (com’è noto questi body-guard sono macchine da guerra, per scalfirli davvero serve l’affettatrice).
L’episodio è di venerdì scorso, all’aeroporto di La Coruna, dove Mou e il suo Real Madrid sono sbarcati per la partita di campionato con il Deportivo. Accolta da una certa calca, la comitiva madrilena si è soffermata per firmare autografi. Come sempre, l’agente di sicurezza Eduardo si è messo alle spalle di Mourinho. Ad un certo punto, ha riferito il gonfio alla radio CadenaSer, «ho sentito qualcosa...». Come impone il ruolo, l’uomo ha subito trascinato via l’allenatore, facendolo salire sul pullman. Una volta al sicuro, Eduardo ha poi controllato il braccio ipertorfico e possente, scoprendo lo strappo sanguinolento alla camicia e una leggera ferita (al momento non è dato sapere se sia più addolorato per lo strappo alla camicia o al braccio).
Si può dire sostanzialmente che a preoccupare davvero sia più l’idea dell’agguato a Mourinho, di quello che sarebbe potuto succedere, dell’entità reale dell’agguato stesso. Ma in effetti cambia poco. Resta la conferma di un clima e di una eventualità per niente rassicuranti. Tutti dobbiamo ammettere che sorprenderebbe molto l’idea di una coltellata a - o nei pressi di - Guidolin, Reja o Benitez. Invece non sorprende nessuno che una così rilassante atmosfera circondi il nostro amato e odiato, comunque rimpianto, Special-One. Sarebbe veramente da incoscienti dire che «se le va a cercare». Però possiamo onestamente dire che non fa nulla per evitarle.
Ci aveva lasciato al grido Italia o Spagna, purchè se guadagna, ce lo ritroviamo tale e quale, al centro di risse dialettiche, tafferugli polemici, colluttazioni verbali. Ora anche di agguati ultrà. Se qui ci era sembrato istrionico e narciso, anticonformista e iconoclasta, provocatore ascendente rompiballe, sei mesi dopo lo rivediamo pure più acuminato. Lui stesso si è accorto che i pezzenti, prostituti, vermi schifosi della stampa italiana sono giganti di signorilità e tolleranza, al confronto dei colleghi spagnoli. Noi conserviamo come pezzi d’autore, vere icone da actor studio, i memorabili assoli che hanno già fatto la storia dell’Inter, del calcio e un po’ anche dell’avanspettacolo, quale l’indimenticato «a me non piace la prostituzione intelectuale, a me piace l’onestà», o il diplomatico «qui si parla de la Roma, ma ha vinto zero tituli; qui si parla dellla Giuve, zero tituli; qui si parla del Milan, zero tituli». Ma stando alle agenzie e ai filmati che arrivano dalla Spagna anche i nostri passaggi più aspri devono ripiegare nella malinconia del folklore, perchè attualmente il vecchio Mou sta picchiando molto più duro, è molto più scamiciato, ha le maniche molto più rivoltate, per affrontarli a mani nude. Dall’altra parte, trova sfidanti degni del ring: i cronisti sportivi del posto sono molto, ma molto più muscolari e brutali dei nostri. Il confronto - chiamiamolo così - è costantemente, apertamente, volutamente bellico: sembrano sempre impegnati a decidere con il crik in mano chi sia arrivato prima davanti all’unico posteggio libero.
In questo clima, ci sta tutto. Anche in Spagna dicono che con Mourinho non ci sono vie di mezzo, o amore o odio. Ma nelle ultime settimane ci si sta sempre più chiedendo dove sia l’amore e chi lo ami. Non è per niente un caso se lo Special-uan, con quella sua smaccata aria da Guasc-uan, ha già avvertito che è prontissimo a ritornare in Italia. E non certo e non solo per spillare quei dieci-dodici milioni a Moratti, da parte sua ancora così offeso per l’irriguardoso divorzio la sera stessa del trionfo in Champions da essere già all’aeroporto con il contratto in bocca.
Il risultato è questo: tra odio e amore, la Spagna pende sempre di più per l’odio. Alla fine, c’è immancabilmente qualche raffinato pensatore che passa alle coltellate. Per il momento hanno tagliuzzato soltanto il Mastrolindo della security, ma l’allarme resta. E lui? Conoscendolo, non è carattere impressionabile.

Fanno il suo gioco. Di essere santo, unico duro e puro a schiena dritta in un ambiente di venduti, si è persino stancato. Di essere eroe, dopo aver vinto tutto e ovunque, pure. Fare il martire, in mezzo a tanta noia, è un’idea.

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