RomaLa scritta da stampare sullo striscione è ancora in lavorazione. Potrebbe essere: «Siamo tutti Vittorio Feltri». Un messaggio provocatorio, comunque, da portare direttamente sotto la sede dellOrdine nazionale dei giornalisti di via Parigi, a Roma, dopo la sospensione di tre mesi decisa per Feltri dal consiglio nazionale. Il sit-in partirà alle 12 di lunedì e andrà avanti per buona parte del pomeriggio. Gli organizzatori sono nove dirigenti nazionali e laziali dellMpli, il Movimento per lItalia di Daniela Santanché, «in sciopero della fame per protestare contro la sospensione di Vittorio Feltri». Promotore è Fabio Sabbatani Schiuma, coordinatore del Lazio. Con lui i dirigenti nazionali Paola Marraro, Massimo Bertollini e Patrizia Passerini, e i colleghi degli organismi romani. Il sit-in è organizzato come forma di «denuncia di una decisione ignobile, che conferma il doppiopesismo e la violenta caccia alluomo in atto contro il giornalismo non schierato a sinistra».
«Lunedì saremo sotto la sede dellOrdine - conferma Sabbatani Schiuma - la decisione su Feltri ha dimostrato il regime sullinformazione che la sinistra intende perpetuare colpendo chiunque esce fuori dal coro». E quindi «giornalisti come Feltri, che per noi rappresenta il simbolo della libertà di parola». Gli esponenti del Mpli attaccano un certo «squadrismo giornalistico» e anche il loro ex segretario di partito, Gianfranco Fini: «Sottolineeremo che dietro questa vicenda cè la complicità di Fini, con cui oggi le procure usano il guanto di velluto. La prova è lindagine di Montecarlo. Non cè stato nessun impegno reale della procura, non sono stati sentiti molti testimoni, il fascicolo è stato chiuso con una facilità vergognosa». Il direttore editoriale del Giornale, insomma, «paga la colpa di aver fatto anche questo. Quando si parla di Berlusconi si può ficcare il naso, è libertà di stampa. Quando dei giornali chiedono dei perché è dossieraggio». La decisione su Feltri è quindi abnorme, tanto più perché sul caso Boffo «il direttore ha rettificato».
Una vicenda simbolo di questi tempi: «In Italia cè un regime di sinistra nella giustizia e nellinformazione» e cè alle porte «un colpo di Stato alla sovranità popolare». «Tifiamo per Berlusconi, perché è lunico che è riuscito a scardinare questo predominio, anche se spiace vedere che tutto ciò possa essere vanificato da Fini e dalle sue ambizioni personali» da «Prima Repubblica».
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