Roma

Muore nell’incendio della sua casa

Sola e con gravi disturbi mentali muore nel rogo della sua abitazione, al settimo piano di uno stabile al civico 14 di piazzale del Caravaggio, a pochi passi dalla via Cristoforo Colombo. Quando i vigili del fuoco sono arrivati, alle due e trenta di domenica notte, la poveretta era a terra, esanime, accovacciata sul pavimento della cucina, uccisa dalle esalazioni del fumo. Aveva urlato, chiesto aiuto. «Ma - racconta la vicina che ha chiamato i soccorsi - le fiamme avevano già avvolto il portone d’ingresso. Non c’è stato niente da fare». Annarita Ciccarelli, 65 anni, viveva nel palazzo di proprietà della Cassa nazionale di previdenza e assistenza degli avvocati da quarant’anni. Prima che l’anziana madre morisse, lavorava nel negozio di famiglia, una merceria-confezioni nello stesso quartiere. «Poi è letteralmente impazzita - dicono i conoscenti -. Non ci stava più con la testa. Un paio di volte per poco non la investivano qui, sotto casa. Eravamo tutti preoccupati, per lei ma anche per la sicurezza di tutti noi. Temevamo che prima o poi potesse accadere una tragedia simile». Le cause dell’incendio sono tutte da accertare. Anche se è facile che un piccolo corto circuito, o una sigaretta dimenticata accesa dalla donna, possano avere innescato la scintilla in un appartamento pieno zeppo di cartoni e masserizie d’ogni tipo raccolte ovunque, per strada e nei secchioni. «Tempo fa aveva allagato casa per avere intasato il water con stracci e vestiti - spiega un’altra inquilina -. Poi si metteva seduta sulle scale, cominciava a svuotare buste piene di roba, la sua borsa. Ci faceva pena, non era cattiva. Però avevamo anche paura che un giorno o l’altro lasciasse il gas acceso facendoci saltare per aria». Il condominio s’è svegliato nel cuore della notte: 20 famiglie nella scala di Annarita, altrettante in quella accanto. Duecentodue i nuclei familiari che vivono nell’intero comprensorio. «L’aria era irrespirabile - raccontano i testimoni - il fumo acre bruciava in gola. Siamo scesi in strada di corsa». I pompieri hanno messo in salvo moglie, marito e figlia che abitano all’attico. Se la sono cavata con tanta paura e un principio di soffocamento, ma per Natale non potranno rientrare in casa, dichiarata inagibile. Annarita non aveva figli, ogni tanto chiedevano di lei alcuni parenti dalle Marche. Era indigente, conosciuta dai servizi sociali. Ma quando i vigili bussavano alla sua porta, li cacciava via. «Non voleva l’aiuto di nessuno», ricorda un vicino. E gridava spesso, anche senza motivo.

Forse quando ha chiesto aiuto, all’inizio, non è stata nemmeno ascoltata.

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