Questa sera alle 21 ha luogo al Teatro dellElfo il quarto concerto della stagione dellEnsemble Sentieri Selvaggi. È un avvenimento molto speciale che si chiama «John Cage Party», festa musicale con ospiti a sorpresa a cura di Carlo Boccadoro, musiche di John Cage, video-concept e fotografie di Roberto Masotti. Per loccasione lEnsemble è formato da Paola Fre flauto, Marco Ghirardini clarinetto, Carlo Boccadoro e Filippo Del Corno pianoforte, Angelo Miotto cronometro, Andrea Dulbecco percussioni. Di ciascun musicista si cita qui soltanto lo strumento principale, perché ciascuno presta pure la voce, si cimenta con «percussioni domestiche» e Boccadoro addirittura con foglie, rami e bacinelle dacqua, quasi a conferma del diffuso parere per cui con Cage può accadere di tutto. E infatti nel finale del concerto ci sarà una totale collaborazione degli spettatori, chiamati a «suonare» lultimo brano in programma a prescindere dalle cognizioni musicali di ciascuno.
Nel corso della serata è previsto un incontro del pubblico con il maestro fotografo Roberto Masotti. Questo dialogo è uno dei momenti più importanti perché Masotti - ravennate di nascita e milanese di adozione - fra il 1977 e il 1991 ha scattato migliaia di foto di Cage in Italia e a New York dove il compositore viveva, e ha avuto con lui una consuetudine assidua e intensa. Naturalmente le immagini più note non sono molte. Alcune - fra cui quella celebre che ritrae Cage nella cornice di un finestrone della sua casa - si possono ammirare nel percorso che Masotti gli dedica nel ponderoso volume «John Cage» curato da Di Maggio, Bonito Oliva e Lombardi per Mudima Editore, 2009.
Del suo lavoro parla volentieri, specie se gli si chiede come e quando ha cominciato. Dice: «È stato linteresse per il jazz. Nel 1969 avevo compiuto da poco ventanni e mi sono divertito a fotografare a Bologna Ornette Coleman, lemergente Keith Jarrett e Charles Mingus. È diventato quasi subito il mio mestiere. Mi considero un fotografo dello spettacolo, e così mia moglie Silvia Lelli che ha seguito la mia stessa strada. La musica però ha la preminenza: qualsiasi musica, purché rivolta al futuro. Infatti fra i miei preferiti ci sono Arvo Part, Franco Battiato, Keith Jarrett, Steve Lacy e ovviamente John Cage per me indimenticabile, unico. E a tutte le avanguardie appartengono i 115 artisti - Cage compreso - che ho fotografato dal 1974 al 1981 nel loro rapporto-reazione con un tavolo rotondo a tre gambe che mettevo loro davanti: la serie che ho chiamato You Turned The Tables On Me. Dal 1979 al 1996 io e Silvia siamo stati i fotografi ufficiali del Teatro alla Scala. È stata unesperienza molto forte, quotidiana. Ma nemmeno allora abbiamo trascurato il jazz».
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