"È filo-Putin", il russo Abdrazakov non farà "Don Giovanni" a Verona

Abbiamo ancora negli occhi la sua figura fiera e magnetica, quando, nel ruolo di Attila, attraversava la scena di un'altra inaugurazione scaligera

"È filo-Putin", il russo Abdrazakov non farà "Don Giovanni" a Verona
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Se c'è una Prima della Scala memorabile, è quella del 2022: Chailly sul podio e il basso Ildar Abdrazakov nei panni congeniali di Boris Godunov. Abbiamo ancora negli occhi la sua figura fiera e magnetica, quando, nel ruolo di Attila, attraversava la scena di un'altra inaugurazione scaligera. Ora però si volta pagina, e a tanta gloria fa da contrappunto un clima ben diverso. Abdrazakov, il miglior basso in circolazione per voce e intelligenza interpretativa, era atteso a gennaio al Filarmonico di Verona per il Don Giovanni di Mozart-Da Ponte. Ma il teatro, sotto la pressione mediatica di questi giorni, ha deciso di cancellarne la presenza. L'Anti-Corruption Foundation Alexey Navalny aveva lanciato appelli perché l'artista fosse bandito, e così è stato. L'accusa? La sua vicinanza al Cremlino. Come molti artisti russi, Abdrazakov si è trovato di fronte a un bivio: continuare la carriera internazionale, rinunciando però alla Russia, dove ha una famiglia allargata e radici profonde; oppure consolidare la propria posizione in patria, accettando le inevitabili conseguenze. Ha scelto la seconda via.

«Le arti e, più in generale, la cultura russa al pari delle altre sono sempre benvenute in Italia quando rappresentano un veicolo di dialogo e pacificazione fra i

popoli. Non così, invece, quando diventano strumento di propaganda al servizio di un potere dispotico che non può e non deve avere diritto di cittadinanza nel mondo libero», ha dichiarato il ministro della Cultura Giuli.

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