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Muslera, da superpippa a Supereroe di coppa italia

RomaDa «pippone» ad eroe nel giro di 19 mesi. Nestor Fernando Muslera, il portiere con il viso da bambino, ce l’ha fatta. Ha fatto ricredere chi lo riteneva inadatto al calcio italiano. Un fardello insopportabile la cinquina incassata il 7 ottobre 2007 contro il Milan. Un incubo che si è portato dietro per molto tempo e che gli ha fatto vivere interminabili domeniche in panchina. «Lavoro per far dimenticare quella serata - ha detto di recente il portierino uruguaiano -. Se ne parla ancora, ma io con tante prestazioni di livello voglio dimostrare che il vero Muslera è un altro».
Già, colui che ha respinto i tiri di Cassano e Campagnaro nella lotteria che ha deciso la finale di Coppa Italia. «Sono felice, è la rivincita dopo tutte le critiche», le parole di Muslerino nella pancia dell’Olimpico dopo l’impresa. A 23 anni (che compirà il prossimo 16 giugno) e in un ruolo delicato come quello del portiere, si fa presto a deprimersi. E invece Fernando, dopo quella serata da incubo, si è rimboccato le maniche: ore e ore sul campo agli ordini di Alberto Grigioni, preparatore dei portieri della Lazio, per migliorare. E il lavoro che ha dato i suoi frutti, tanto che Fernando ha strappato la maglia da titolare a Carrizo, ha meritato una convocazione in Nazionale dal ct Oscar Tabarez (il 13 marzo scorso con il Paraguay) e si è regalato una stagione brillante, culminata con la serata dell’Olimpico e del primo trofeo. «Fernando è un esempio, nella serata infausta con il Milan si prese le sue responsabilità - dice di lui il tecnico laziale Delio Rossi -. Poi non si è pianto addosso e ha lavorato tanto. Sono contento per lui, ora è arrivato il giusto premio».
«I rigori? Su quello decisivo forse ho avuto un po’ di fortuna - racconta la serata di gloria il portiere biancoceleste -. Su Cassano non è stato il più difficile. Ogni volta io scelgo un palo e vedo la rincorsa del giocatore. Anche se sarei bugiardo a dire che ho intuito dove avrebbe calciato...». Fra i primi ad abbracciarlo nella festa sul campo proprio Carrizo. L’argentino, cocco di Maradona nella Seleccion, è affranto per aver perso il posto ma con Fernando ha un rapporto di amicizia vera. Gli dà consigli, c’è una bella sintonia tra loro, tanto che Muslera e la fidanzata Ximena vanno spesso a pranzo o a cena insieme a Juan Pablo e alla moglie Betiana. «Carrizo non si discute, ma purtroppo in porta può andare uno solo e ora tocca a me», ha sottolineato di recente Muslera.
Lotito lo scelse - pagandolo 2,7 milioni di euro al Nacional di Montevideo e garantendogli un contratto quinquennale da 500mila euro a stagione - proprio per i problemi di passaporto di Carrizo. Non era un pazzo il suo procuratore Daniel Fonseca, ex stella di Cagliari e Napoli, quando lo consigliò alla Lazio. E radio-mercato comunica che l’estate scorsa Ranieri l’avrebbe voluto addirittura alla Juve come vice-Buffon. Ora si gode il suo momento di idolo dei tifosi biancocelesti. «Questa Coppa la dedico alla mia famiglia, sono certo che mia madre non ha ancora smesso di piangere...». Il suo futuro è alla Lazio, nonostante le sirene di alcuni club inglesi e l’arrivo a Roma dell’argentino Bizzarri. «Sarà il benvenuto, ma sono abituato ai dualismi.

Lo vincerò anche stavolta».

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