Muti sarà direttore dal 2011 Vespa: «Rivolteremo il teatro»

Roma «Il maestro Riccardo Muti diventerà direttore dell’Opera di Roma dalla stagione 2011, che lui stesso aprirà il 3 dicembre 2010». Il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, ha ufficializzato ieri la nomina di Muti, annunciata da tempo. Il maestro ricoprirà la carica di direttore musicale, però con una supervisione strategica di tutto quanto attiene alla parte artistica. Gli aspetti operativi saranno curati dal direttore artistico che affiancherà lo stesso Muti e che lui avrebbe già indicato: dovrebbe trattarsi di Alessio Vlad.
Il nuovo sovrintendente a tempo pieno del teatro dell’Opera sarà Catello De Martino, che è stato sovrintendente ad interim dall’11 giugno, durante il commissariamento della Fondazione Opera di Roma. Le nomine sono il primo atto del nuovo Consiglio di amministrazione, composto da sette membri. Sergio Gallo ed Enrico Cisnetto eletti dal Comune di Roma; Bruno Vespa ed Emmanuele Emanuele, di nomina ministeriale; Enzo Ciarravano e Salvatore Bellomia, nominati dalla Regione e il sindaco Gianni Alemanno quale presidente di diritto.
«Quella di ieri è stata una prima riunione di insediamento - commenta Alemanno -; ora si deve entrare nel merito per essere pronti, al momento dell’insediamento di Muti, e avere un teatro perfettamente funzionante dal punto di vista economico e artistico».
«Vogliamo moltiplicare il pubblico del Teatro dell’opera - ha commentato Bruno Vespa - finora scarso in modo imbarazzante rispetto alle altre città. Io e Muti siamo amici da tanti anni, gli ho detto che l’impegno musicale di Chicago non gli impediva di avere un impegno stabile con un grande Teatro dell’opera. Lui aveva voglia di una nuova sfida; se la vinceremo rivolteremo il Teatro dell’opera come un calzino. Dal 2011 ogni nota che uscirà da questo teatro sarà sotto la responsabilità di Riccardo Muti».


Intanto Muti il 20 dicembre, con l’orchestra Cherubini, sarà protagonista del concerto di Natale al Senato, con diretta tv dalle 12 su Raiuno in Eurovisione. Il maestro ha scelto la Quinta di Beethoven «come inno all’ottimismo, auspicando per la musica e per la cultura del nostro paese un domani pieno di luce».

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