Andrea Rossi
Stamattina sarà in campo, per il suo primo - e forse ultimo - allenamento con la Fiorentina. Perché Luca Toni ormai ha deciso e non cambia idea. Se ne vuole andare.
Diego Della Valle, invece, non vuole saperne. Dice che il bomber ha un contratto fino al 2009 e non si muoverà. Oggi è il giorno della resa dei conti. I due si troveranno luno di fronte allaltro. Per proseguire a tu per tu - e forse risolvere - il braccio di ferro cominciato a distanza. Certo è che il centravanti non sembra disposto a cedere di un millimetro. Usa parole diplomatiche ma ferme. «Cercherò di trovare una soluzione con Della Valle. Mi piacerebbe che lui ascoltasse le mie opinioni. Io ascolterò le sue e speriamo alla fine di raggiungere un accordo». La chiosa finale è tutta un programma: «Dice sempre che la Fiorentina è una famiglia; ecco, vorrei essere trattato come un figlio». Che significa essere lasciato libero. Libero di accasarsi in un club che giochi la prossima Champions League. «Potervi partecipare è il massimo per un calciatore. E mi piacerebbe vincere la classifica cannonieri anche in Europa». A 29 anni è arrivata lora del raccolto. E Toni vuole vincere. In Italia e sui palcoscenici internazionali. Scenari che il club viola non può garantire: «La penalizzazione inflitta alla Fiorentina incide parecchio». Già, significa un anno di sacrifici: soddisfazioni poche, sudore a bizzeffe. Dovrebbe segnare a raffica per togliere sé e i compagni dalle sabbie mobili di un -19 che azzoppa ogni sogno di gloria. Niente Champions, niente Europa. Nessuna possibilità di lottare ai vertici di una serie A mai così abbordabile.
E allora Toni ha scelto di fare le valigie. Verso quale destinazione? Lui sembra avere le idee chiare. Vuole lInter: lha già detto, lo ripete. Cè già un accordo di massima: quattro milioni di euro per quattro stagioni. Cè Moratti che lo sta aspettando: «È una gran bella persona, oltre che il patron di una società importante. Mi hanno fatto piacere i suoi attestati di stima.
Lamore reciproco insomma è già sbocciato. Ora tocca a Della Valle decidere se assecondarlo o farlo naufragare.
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