Napoli-Piacenza, senza spettatori ma blindata

La polizia teme che gli ultrà sfoghino la loro rabbia in altre parti della città

Napoli-Piacenza, senza spettatori ma blindata

da Napoli
Trecento tra poliziotti e carabinieri, vigileranno oggi pomeriggio sullo stadio (quasi) vuoto del San Paolo. Napoli e Piacenza, si affronteranno a «porte chiuse», perché l'impianto di Fuorigrotta è stato ritenuto inadeguato, in base alle nuove norme emanate dal governo che ricalcano il «vecchio» decreto Pisanu. Alle ore 15, palla al centro, tra mille polemiche, con il timore concreto che gli ultrà vadano a scatenare la loro rabbia in qualche parte della città. Fuori, anche i ventimila abbonati ai quali un adirato presidente De Laurentiis, ha assicurato che rimborserà il biglietto.
Per Napoli, quest'anno non è l'esordio senza pubblico: una ventina di bombe carta, quelle che in genere vengono usate la notte di Capodanno (e in tante altre notti per far saltare le serrande dei negozianti riottosi a pagare la tangente alla camorra) furono fatte esplodere durante la partita degli azzurri col Frosinone. Era il 2 dicembre dello scorso anno: la partita fu sospesa due volte, fu portata a termine, ma poi arrivò la decisione del giudice sportivo: squalifica del San Paolo per una giornata.
La tensione è molto alta in città, il pericolo ultrà incombe lo stesso, vicino o lontano lo stadio, porte chiuse o no, vinca il Napoli oppure perda. In Questura stanno preparando da giorni questa partita, per limitare al minimo la possibilità di azioni criminali da parte delle frange estreme delle curve. Ieri mattina, intanto, la «Squadra tifoseria» della Digos, ha «visitato» 13 abitazioni di ultrà, appartenenti a due gruppi tra i più facinorosi. Uno dei due «club» ha un acronimo che è tutto un programma: «Niss», ovvero, «Niente incontri, solo scontri». I poliziotti sono usciti dalle abitazioni dei tifosi, tra le quali quella di un professionista di Posillipo, col figlio ultrà, con un bell'arsenale, tra mazze da baseball, spranghe, coltelli, «pugni di ferro» e bombe. Le perquisizioni sono il seguito dell'indagine che nei mesi scorsi condusse all'arresto di 9 teppisti da stadio. Ma c'è il rischio, fa notare un poliziotto della Digos, che gli ultrà vadano a seminare il terrore in altri quartieri di Napoli, dove non ci sono presidi delle forze dell'ordine. «Non possiamo controllare tutta la città ma siamo pronti a intervenire rapidamente».
Il precedente di quest'anno in campo neutro degli azzurri di Edy Reja era stato con il Mantova: finì 0 a 0, sul terreno di gioco del Renato Curi di Perugia. Negli ultimi quattro anni, il Napoli ha giocato complessivamente (con oggi) sette volte lontano dal San Paolo e a porte chiuse. Altre cinque partite, le giocò a Campobasso: il Napoli era in serie C. La decisione fu presa a seguito degli incidenti che gli ultrà azzurri provocarono prima di Avellino-Napoli.

Un migliaio di tifosi aggredirono la polizia nel tentativo di entrare in curva senza biglietto. Morì un giovane e incolpevole tifoso azzurro, Sergio Ercolano, 21 anni. Il bilancio delle partite in campo neutro per i partenopei non è dei migliori: sei pareggi.

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